

Osservo la sala, gremita di gente, di diverse fasce d’età e questo mi rallegra e mi stupisce allo stesso tempo. Non trovo la schiera di soli adolescenti come avevo letto più volte, ma gente adulta, giovane e meno giovane, unita tutta da un senso comune di scoperta e di curiosità verso questo lavoro che ha fatto parlare e discutere.
Un palcoscenico vuotoL’aria è densa di respiri e una musica s’impregna sottopelleSeminudi e con vertiginosi tacchi altiSedici corpi scrivono una storiaTante storie, le loro, le nostre, quelle che abbiamo smesso di ascoltare, quelle che fatichiamo ad accettare.Imitationofdeath è uno spettacolo corale, una condivisione di emozioni, sentimenti, stati d’animo indagati dai performer che portano in scena storie intime e personali per arrivare dritte allo spettatore, che dopo un iniziale stordimento, non si sente più tale, ma si sente partecipe di quel dolore, di quella ilarità, di quelle domande e di quei perché che troppo spesso ci facciamo solo a noi stessi e che difficilmente trovano una risposta.Quanto siamo disposti a scoprire di noi?Di cosa abbiamo paura?
Siamo spettatori o protagonisti della nostra vita?Basta solo respirare per considerarsi vivi?Il nostro corpo parla? O le parole hanno creato una barriera sicura dove la nostra fisicità si è adagiata tanto da non percepirla più?Imitationofdeath è un omaggio alla vita, dove a parlare è fondamentalmente il corpo.Un corpo sudato, affaticato, stanco, energico, sofferente, eccitato.Un corpo che ci racconta attraverso le azioni più diverse, un vissuto che ci suona familiare che testimonia qualcosa che nonostante tutto ci appartiene.
I sedici performermettono in scena un malessere comune che ci rende simili in una società che è fatta di recriminazioni, limitazioni, ben pensare, dove si ostenta il bello, il culto estetico, la giovinezza. Imitationofdeath ci ricorda che invece siamo umani, imperfetti, con tante storie, con un corpo che parla molto spesso al posto nostro e con un bisogno naturale di comunicare e di condividere col prossimo.Prima o poi tutto questo finirà e rimarranno solo gli oggetti che abbiamo usato, comprato, collezionato...e racconteranno di noi.
Cosa parlerà di voi alla fine di questo viaggio?

Il prossimo next stop è: CSS Teatro Palamostre | UDINE | 30 November + 1 December 2012
Se volete maggiori dettagli e curiosità, leggete l’intervista a Stefano Ricci, il regista.