Quell’immagine, quindi, ho iniziato a usarla. Ne ho modificato la grandezza, ne ho aumentato i colori, definito i dettagli. E più ci giocavo, più la trasformavo, più mi piaceva e più acquisiva importanza per me. Mi sembrava che anche il mondo circostante si stesse adeguando a quell’immagine. I segni erano evidenti ovunque, uno su tutti il doppio arcobaleno a Milano dopo una pioggia purificatoria… ho immaginato una Milano matura, consapevole, capace di riconoscere il giusto, il bene, il vero.
Quell’immagine di italiani liberi, consapevoli, responsabili, quell’Italia di persone per bene mi rinvigoriva, mi stava aprendo verso nuovi pensieri, nascevano in me nuove idee e opinioni meno superficiali e banali. Queste nuove idee creavano nuove immagini che producevano a loro volta nuove idee, in un circolo virtuoso inarrestabile. In quel processo, in quella rincorsa tra immagini e idee, ho intuito quanto immaginare può avere ricadute sulla realtà. Ho capito l’importanza che può avere diventare agenti della fantasia piuttosto che semplici spettatori delle fantasie altrui.
Per questo, spesso, sono gli artisti quelli che hanno le idee più chiare sul mondo, quelli che riescono meglio a farci capire la realtà proprio perché abituati a raccontare storie e a immaginarle; sono abituati a creare mondi e non soltanto ad analizzarli
L’uomo che immagina un mondo diverso diventa così il demiurgo delle proprie creazioni psichichee diventa altresì capace di incidere sulla realtà storica e materiale.