by Matteo Ficara
Cari amici lemattiani,
Ed è così che, finalmente, dopo essersi preparati nelle stanze precedenti, possiamo abbandonare l’argine ed oltrepassare la soglia, il confine, tra il conosciuto ed il miracoloso.
Perché solo ora è possibile valicare il confine e raggiungere l’ “al di là” della nostra percezione?
Rispondere a questa domanda equivale a rispondere a “perché le Stanze dell’Immaginazione?”.
Andiamo a vedere…
1 Questioni preliminari
Come prima cosa bisogna chiarire i termini con i quali andremo a lavorare, poiché solo in questo modo potremo veramente intenderci.
Che cos’è l’Intuizione?
E la Percezione?
Che cosa l’Evoluzione?
Intuire e Percepire sono due verbi molto interessanti.
In-tuere, dal latino, significa letteralmente “vedere dentro”.
Per-capere, sempre dal latino, ha significato “prendere per mezzo di”.
Nel suo uso quotidiano, l’atto del “percepire” è l’atto del prendere con la mente.
Resta fuori il significato della parola Evoluzione, che tutti pensiamo di conoscere bene.
Le dedico comunque una riga, perché merita: evolutionem, da evolvere, ovvero svolgere.
Def.: “lo svolgersi degli esseri da forme primitive e rudimentali, a forme più perfette”.
L’evoluzione è quella che fanno gli alberi: sanno già cosa devono diventare, lo sono sempre e non fanno altro che esserlo, che manifestarlo, in modo sempre più perfetto.
Riassumendo, quindi, questo lavoro ci restituisce questo significato:
Per evolvere è necessario percepire ciò che è in noi stessi,
che possiamo vedere solo con l’occhio interiore dell’intuizione.
2. L’Immaginazione e l’Intuizione
Spiegare la connessione tra l’Immaginazione e l’Intuizione è apparentemente semplice.
Collegare la facoltà ricettiva della Mente (Immaginazione), con lo strumento della percezione interiore (Intuizione), è equivalente a collegare – in poche righe – la teoria dell’elettromagnetismo all’antenna della televisione o, meglio ancora, la riflessione dell’immagine allo specchio.
Per fortuna, oggi, abbiamo delle metafore che possono renderci il lavoro più semplice: internet, i sistemi cloud e la pubblicità.
L’intelligenza individuale avrebbe la capacità di raccogliere le informazioni e di restituire informazioni (input ed output, come tastiera/mouse e lo schermo del computer), mentre quella universale è l’unica in grado di elaborare e contenere le informazioni.
Nella metafora “internet” è un po’ come dire che le singole menti individuali sono i nostri pc, che producono stimoli (richieste, click) e che ricevono risposte, e la mente universale è la rete, internet.
Il sistema di cloud computing (elaborazione “nuvolosa”, ovvero che sfrutta i server della rete per processare quantità di dati enormi, che un singolo pc non riuscirebbe ad elaborare), invece, ci fa comprendere come la mente universale elabori (e mantenga in stoccaggio) le informazioni, per poi restituirle dove necessario.
In parole non informatiche, insomma, è come se ognuno di noi (intelligenze individuali) non potesse fare altro se non “essere occhi” che raccolgono informazioni, le quali vengono inviate al cervello, che – come un server – si connette con la rete/mente universale, che le elabora e le restituisce.
Insomma, noi non abbiamo idee, le possiamo solo percepire, se la mente è ricettiva, attenta in modo rilassato.
Le idee provengono dalla Mente Universale e, se siamo sulla stessa frequenza, possiamo captarle.
Ed è quello che diceva anche il maestro di Aristotele, Platone, quando parlava delle Idee.
Platone, infatti, ipotizzava un “mondo delle Idee” (iper-uranos), da cui provenivano tutte le forme alla base della realtà.
Curioso il fatto che il verbo greco videor è alla base dell’attuale parole “idea” (ha perso la “v”).
Qui si innesta il principio della pubblicità, secondo il quale “è vero solo quello su cui poni la tua attenzione”.
D’altronde, la pubblicità ha effetto solo se la guardi!
Tra tutte le Idee che possono giungerci dall’Immaginazione (il mondo “al di là” del mondo, l’iperuranio), solo quelle in cui crediamo, possono rendersi effettivamente manifeste nella nostra vita.
I grandi pionieri del pensiero, i geni ed i creativi della storia dell’umanità, insomma, hanno avuto due componenti in comune: la capacità di ricevere le Idee (attraverso l’Intuizione) e la fiducia di poterle rendere concrete.
Ecco perché parliamo di Immaginazione solo nella Stanza n.6, perché le precedenti sono necessarie a raggiungere l’adeguato stato di rilassamento fisico, emotivo e mentale, per poter aprire le porte dell’Immaginazione, attivare l’Intuizione e Percepire.
Ma anche per avere il cor-aggio di portarsi dietro, nel mondo reale, quelle Idee per la nostra Evoluzione.
3. L’Amico Animale
Resta soltanto una domanda a cui rispondere:
perché la Stanza n.6 viene detta “dell’Amico Animale”?
Senza entrare nel complesso sistema dello Sciamanesimo, vi dico il motivo fondamentale, derivante da intuizioni ricevute proprio in questa stessa stanza: l’Animale è l’essere più vicino all’Uomo, nella scala evolutiva. Ciò che li differenzia è la capacità di ragionare e parlare, assente nell’animale e presente nell’uomo.
Inoltre, l’Animale vive più intensamente (senza filtrarle con la ragione) le proprie emozioni.
E’ quindi il nostro Amico Animale il migliore compagno per i viaggi nell’Immaginazione, nel Regno al di là della ragione convenzionale e non-convenzionale, al limite della follia, un passo oltre la mente individuale, nel vasto oceano dello Spirito.
E’ il miglior compagno perché non fraintende, non nasconde, VEDE soltanto, in modo puro.
“La fantasia non è immaginazione ma il confine della follia.
Colui che è radicato nell’immaginazione vera scopre le forze latenti della Natura, che il corpo con le sue mere fantasie non è in grado di trovare; poichè l’immaginazione e la fantasia sono diverse l’una dall’altra.
L’immaginazione si trova nello spirito perfetto, mentre la fantasia si trova nel corpo privo dello spirito”
- Paracelso
Cari amici lemattiani,
per concludere questo articolo, vi lascio con l’immagine dell’arredamento della Stanza n.6, che – dovendo evitare ogni tipo di interferenza razionale – sarà un semplice scenario naturale (pieno di Luoghi di Potere nascosti, da trovare!).
Matteo Ficara, LeMat
Dal Regno dell’Immaginazione
Nel prossimo articolo, la Stanza n.7, “dei Giochi di Bimbo”, in cui non solo inseriremo la creatività nel sistema “Le Stanze dell’Immaginazione”, ma creeremo il ponte per tradurre le Idee in concretezza.
E se siete curiosissimi e non riuscite ad aspettare i prossimi articoli, oppure se volete comunque saperne molto di più, potete RICEVERE LA TUA COPIA DEL LIBRO “Il Potere dell’Immaginazione”, inserendo i vostri dati qui sotto:
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Matteo Ficara, LeMat