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Immagine virtuale e reputazione professionale

Creato il 17 maggio 2010 da Reputazioneweb

Vita reale e vita virtuale: è sempre una questione di Reputazione

Verso la fine dello scorso anno, Microsoft ha condotto una ricerca relativa alla reputazione sul web e alle sue implicazioni sulla nostra vita privata e professionale.

Sono stati coinvolti più di 1.000 operatori del settore Human Resources e altrettanti lavoratori, scelti in diversi paesi del mondo (USA, Francia, Germania e UK).

Sebbene attualmente il campo della “private web reputation” (per distinguerla dalla “brand reputation”, propria delle aziende) sia forse ancora agli albori o poco più, secondo certi esperti del settori sarà solo una questione di tempo (10-15 anni) ma poi si arriverà addirittura alla definizione di un punteggio che verrà utilizzato per valutare la nostra reputazione virtuale, quella che per intenderci noi stessi ci costruiamo ogni giorno frequentando le Rete.

Tornando allo studio condotto da Microsoft, emerge che sempre più Società di recruitment (anche dietro precisa richiesta delle aziende loro clienti) stanno tenendo in sempre maggior considerazione la web reputation dei candidati che vengono sottoposti ad un processo di selezione.

Cosi accade sempre più frequentemente che una Società di Selezione del personale si preoccupi di andare a controllare il profilo di un candidato su Facebook, su Linkedin, su Twitter. Si tratta di controlli anche approfonditi e, fermo restando il fatto che non sempre ciò che si trova sul web corrisponde automaticamente a verità (e fortunatamente di questo vi è consapevolezza), è però altrettanto vero che le informazioni che si trovano hanno sicuramente un certo peso e possono influenzare il pensiero del lettore, in questo caso un lettore molto interessato come può essere un recruiter.

Dal punto di vista dei candidati, traspare una certa preoccupazione per quanto concerne la loro immagine virtuale. Truffe, diffamazioni, foto galeotte, sono tutte minacce concrete e potenziali pericoli per la web reputation. La prima contromisura che viene adottata consiste nel cercare di tenere il più possibile separate identità professionale e immagine online, anche se in modo superficiale e non strutturato.

Come abbiamo già avuto modo di dire, dalla ricerca condotta emerge un dato secondo noi impressionante: sono più del 70% i selezionatori di personale e i responsabili HR negli USA che affermano di controllare già oggi le informazioni disponibili sul web durante un processo di valutazione di una candidatura.

E, non ci stancheremo mai di ripeterlo, le tracce digitali che lasciamo quotidianamente in Rete sono indelebili. A meno di interventi ad hoc da parte di specialisti del settore. Sempre che non sia troppo tardi.

Buona reputazione a tutti.


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