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Le nuove immagini digitali
Una delle più importanti differenze tra una immagine tradizionale e una digitale è la sua tipologia di trasmissione dei valori cromatici al nostro apparato visivo. I colori materici esistono e funzionano solo con la luce, naturale o artificiale che sia.
La luce come vettore di trasporto informativo trasmette la frequenza che fa distinguere i colori alla nostra retina. Volendo essere pignoli, i capolavori della pittura oggi non sono letti o percepiti nella stessa maniera di come l'artista li ha pensati e creati.
Caravaggio, Tiziano, e tutti gli altri hanno progettato ed eseguito le loro tavole alla presenza di una particolare fonte di luce: quella naturale del sole o al limite quella di una fiamma di una torcia. Solo con queste fonti di luce loro distinguevano i colori e costruivano i loro capolavori. Lo strumento con cui hanno eseguito il concerto di note cromatiche dei loro quadri era uno strumento naturale. I pigmenti dei colori con cui ci comunicano le loro immagini, è un materiale naturale (terre, resine, ossidi minerali) che ha la caratteristica di riflettere una particolare frequenza dello spettro cromatico della luce. Il colore materico ( olio,tempera, ecc.) è una sostanza che riflette come uno specchio solo una parte della luce che riceve da una fonte luminosa (sole, torcia, o candela). Sia la produzione che la sua fruizione di quell'opera d'arte era legata a quel tipo di medium che era la luce naturale. Vedere questi capolavori alla luce elettrica di lampadine alogene o di altra natura oppure addirittura su schermi dei nuovi device o in tv o sul pc, non ha senso. La giusta maniera è un ambiente con luce naturale come i grandi musei che sono dotati di lucernai spaziosi da cui entra la luce solare del giorno. La visione di queste immagini con la luce artificiale è come ascoltare una sinfonia di Mozart per violino con una chitarra elettrica. Se ne intuisce il motivo ma non è certamente la stessa cosa.
Le immagini digitali al contrario, sono nate e lette con una illuminazione autonoma, sono colori retroilluminati , non dipendono da una luce esterna, la loro esistenza è nata con la luce dei pixel con cui è costituita la loro struttura. Il creatore di immagini che utilizza lo schermo digitale e la penna ottica per creare i suoi lavori utilizza come medium la luce stessa del monitor. Si potrebbe dire che le immagini materiche hanno un medium indiretto, mentre quelle digitali, lo hanno diretto.Le immagini materiche sono relative mentre quelle digitali si possono considerare assolute.
Le immagini tradizionali esistono per riflesso, mentre quelle digitali sono autonome, esistono grazie alla energia da cui sono nate e con cui sono fatte. Un immagine materica in un ambiente senza fonte di illuminazione è inerte, non trasmette nessun messaggio, rimane una materia oscura. Per comunicare il suo messaggio le è necessario una energia luminosa esterna al suo corpo, mentre per un immagine digitale l'energia per comunicare il suo messaggio è al suo interno, è nella sua struttura con cui è costruita. È energia che si organizza in immagine senza l'utilizzo indiretto di materia. Il suo contenitore , il medium con cui viene trasportata è l'energia che la costruisce e la trasmette. È autosufficiente!!
La produzione di immagini è una caratteristica che solo l'uomo possiede. Non esiste nessun essere vivente che produce immagini per trasmettere informazioni. La tela del ragno, gli alveari delle api, le conchiglie del paguro sono immagini costruite dal loro istinto, non sono dettate da nessun pensiero critico o progetto mentale, e soprattutto non trasmettono informazioni ai propri simili ma sono solo il risultato delle loro attività per la sopravvivenza.
Al contrario l'uomo fin dall'inizio dei tempi ha utilizzato il codice visivo per trasmettere informazioni ai suoi simili e con il passare del tempo questa sua capacità si è sempre più raffinata e specializzata fino a raggiungere livelli assoluti. Potremmo considerare un immagine come un insieme di varie informazioni veicolate da un medium che le trasporta nelle due dimensioni in cui sono immerse: il tempo e lo spazio, e che sono dirette a diversi destinatari.
Per esempio i primi graffiti sulle pareti delle caverne erano informazioni che il suo creatore lanciava alla divinità (destinatario) utilizzando la terra d'ocra per eseguirle e la parete come supporto (medium) per fissarle nel tempo (dimensione temporale) e averle così sempre a disposizione nei giorni successivi. Non erano trasportabili ma nelle epoche successive anche la dimensione spaziale fu inglobata nella produzione di immagini. L'invenzione delle tavolette d'argilla, del papiro e della carta fu una soluzione tecnologicamente perfetta sia per inglobare il fattore tempo che quello dello spazio.In questo saggio mi sono proposto di analizzare la caratteristica strutturale delle immagini che nei vari periodi storici hanno trasportato e scambiato informazioni tra gli uomini e capire così il grande cambiamento che drasticamente si sta compiendo in questi ultimi tempi con l'introduzione sia di nuovi medium che di codici informativi.Inizierei a definire i vari contenuti di un immagine, le sue lessie visive. Una immagine è la somma di molteplici informazioni primarie, come un racconto articolato è formato da diversi periodi il cui insieme porta ad un quadro generale di quello che si vuole dire. Nello studio di un testo il nome che viene dato ai vari periodi che lo compongono è lessia. Anche per un immagine credo si possa usare il termine lessia visiva per determinare le varie componenti che la formano. In una immagine bidimensionale le lessie visive più evidenti sono la sua dimensione, il suo cromatismo, gli equilibri delle forme che compongono l'immagine,
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