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Immagini shock sul cibo, l’ultima proposta anti-obesità

Creato il 20 maggio 2014 da Moveup

Scritto da: Luisa Cassarà 

immagini shock sul cibo

Se è vero che siamo quello che mangiamo...

Attenzione: il cibo nuoce gravemente alla salute. Non si tratta di un errore di battitura, ma di una frase che potreste anche trovare sulle confezioni dei prodotti non proprio salutari. Il paragone con le sigarette, a quanto pare, non è una esagerazione, perché c’è chi vorrebbe introdurre l’obbligo di utilizzare immagini shock sul cibo, che ne illustrino gli effetti negativi. La proposta viene da Consumer International e World Obesity Federation, due delle maggiori associazioni mondiali, in occasione dell’assemblea generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Proprio mercoledì prossimo entrambe lanceranno l’ipotesi di una vera “Convenzione Globale” contro gli alimenti poco salutari, sulla falsa riga di quella approvata per il tabacco nel 2003. Lo scopo è ottenere misure più rigide per l’industria alimentare, come la rimozione di grassi artificiali da cibo e bevande e entro 5 anni e la proibizione di spot per pubblicizzare gli alimenti poco salutari. A questo si aggiungerebbero un metodo di tassazione che scoraggi i consumatori del cibo-spazzatura, l’introduzione di immagini shock sul cibo che illustrino gli effetti dell’obesità e di etichette che avvertano del pericolo derivante dal consumo.

Perché dissuadere i consumatori con immagini shock sul cibo?

L’obesità, probabilmente, è un problema sottovalutato: già 10 anni fa l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato un documento in cui veniva riconosciuto il potenziale pericolo dell’alimentazione non corretta ma, nonostante questo, il numero di morti causate dall’obesità è aumentato passando da 2,5 milioni nel 2005 a 3,8 milioni nel 2010. Le persone obese sono più di mezzo miliardo nel mondo (10% uomini e 14% donne) e la maggior parte vive nei paesi in via di sviluppo. Secondo le associazioni mondiali, siamo nella stessa situazione verificatasi negli anni Sessanta, quando l’industria del tabacco minimizzava gli effetti delle sigarette: normale quindi pensare ad una soluzione “forte”, come l’apposizione di immagini shock sul cibo.


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