Immaginiamo un "sistema" etico, e distributivo al 100%

Creato il 08 maggio 2013 da Bruno


Dopo aver lasciato per strada quelli che sognano la "Rivoluzione Proletaria" ( con questo post ) e dal lato opposto quelli che confidano in un altrettanto illusorio "Capitalismo Etico" ( con quest' altro post ), mi accingo oggi a perdere anche un' altra categoria di lettori, col risultato che a seguire questo blog rimarranno davvero solo quattro gatti.
"Pochi ma buoni", dice il proverbio ... del resto non solo non mi sono mai interessati indici di ranking e cazzate simili ( che altro non sono che "indici di omologazione del pensiero" ), ma ho sempre avuto in antipatia chi analizza il reale in base a ben predefiniti e aprioristici cassetti mentali. Da tenere ben chiusi, mi raccomando, fosse mai che far prendere una boccata d' aria alle poche idee lì saldamente rinchiuse non porti disgraziatamente all' evaporazione delle uniche certezze rimasteci.
E chissenefrega se il sillogismo: "Mondart nuota / i pesci nuotano = Mondart è un pesce" nella realtà come già visto non funziona, mica è quello il suo compito parbleu ... Il suo compito è dare ai robot un ben preciso, semplice e schematico software di riferimento comportamentale; e più dottrinale è, meno fatica interpretativa e interazione critica comporta.
... Poi cosa importa se ci troviamo tutti come i coglioni descritti da Bunuel ne "Il fantasma della Libertà" ?
L' importante è che i nostri bei costrutti fideistici funzionino "sopra il tavolo", anche se la merda concettuale su cui si basano si traduce nella merda reale sottostante, che altro non è che il voluto, ignobile vero assunto ( abilmente nascosto e/o ignorato dal "razionalismo illogico" sovrastante ) posto a struttura portante della società reale, e della nostra intera esistenza.
Insomma sia di quel principio associativo che del modo stesso di intendere la vita che sono ( a dispetto di ogni pensiero "politico", "religioso" od "economico" che sia ) il vero quid, il vero assioma indiscutibile, il motore immobile per antonomasia da cui tutto il resto dovrebbe discendere.
Da buon bastian contrario quale è, oggi Mondart si appresta pertanto a lasciarsi alle spalle l' ennesima categoria aprioristica, ed esattamente quella dei "Patrioti Nazionalisti" ... Ed ecco che si ripresenta in modo drammatico quel concetto di "revisione degli schemi mentali" tanto insistentemente ed in vario modo qui riproposto: anche perchè taglia taglia, fa nulla se su questo blog rimarremo in quattro gatti ...
... Ma se andiamo a trasporre questo nel concreto, ecco che emerge in tutta la sua lapalissianità il vero problema: COL CAVOLO che nella percentuale di "quattro gatti concreti" potremo mai "scendere dal treno per Babylon", col cavolo che potremo mai liberarci dei "poteri superiori" di Vasco, col cavolo che potremo mai disattivare Hal, uscire dal labirinto, ed arrivare alla "nascita dell' Umanità" tanto sospirata ma non ancora avvenuta.
Qui si tratta insomma di trovare dei DIVERSI PARAMETRI CONDIVISI, o di andare "diversamente" a fare in mona: non per trovarci la tanto decantata rinascita, ma almeno per passare in modo divertente e innocuo il nostro restante, preziosissimo tempo terreno ( non mettendo Mondart la mano sul fuoco circa l' esistenza di un futuro, peraltro unilateralmente preannunciato come lungo e noiosetto, tempo ultra-terreno ).
Procediamo dunque con l' abbattimento anche del "terzo pseudo-assioma" cominciando col dire che esso, ben lungi dall' essere una pura questione di "scelta politica" ( interessata o ideologica per Mondart pari sono ), è più semplicemente DIRETTA CONSEGUENZA LOGICA dei primi due:
"Mondart pensa / gli Uomini pensano = Mondart è un Uomo"
... ecco che cominciamo a ragionare, parbleu !
A cosa serve la struttura sociale ?
In teoria una scatola serve a proteggerne il contenuto, n' est-ce pas ?
E in effetti, come visto, lo "Stato" borghese, anche se a parole millanta di proteggere "le persone", in effetti protegge semplicemente un "sistema motore", esattamente come il cofano dell' automobile protegge il vostro propulsore a scoppio.
E se il motore è costituito essenzialmente dalla dinamica capitalista, ecco che anche l' intera struttura statale sarà preposta a sua conservazione e difesa, e a difesa di quella classe "borghese" che si fa principale vettore di tale dinamica. Con poche varianti, questo vale sia nello stato di concezione individualista/occidentale, che in quello di concezione centralista/orientale.
In effetti la vera dinamica, il vero motore interno è sempre lo stesso: e se la dinamica è IN SE' FARLOCCA, ne consegue che anche uno stato "ben funzionante" dovrà funzionare in modo necessariamente farlocco.
Ovvero, che "meglio" funzionerà lo Stato, più avremo lo scatenarsi al suo interno di quei paradossi già impliciti nel postulato di partenza. Nient' altro che quello che oggi ben vediamo, macabra incarnazione di quel "fantasma della libertà" ben rimarcato dalle parodie di Bunuel sulla classe borghese e intellighentia varia preposta a sua difesa.
Il fatto è, come lo stesso Bunuel tende a sottolineare, che tale dinamica finisce per immobilizzare, penalizzare e imprigionare la borghesia stessa nelle sue spire, togliendo anche a questa classe il suo presunto "motivo esistenziale" ( il profitto ) per convogliarlo, come abbiamo visto, a farsi dinamica espansiva e regolatore auto-limitante interno del sistema medesimo.
In questo sistema quindi entrambe le classi portanti si vedono privare del loro millantato "primo motivo esistenziale": il "profitto" per la classe borghese, e il "lavoro produttivo" per quella proletaria.
Ora, che questo modello non solo millanti il falso, spacciando come "senso della vita" assunti che con quello non hanno niente a che vedere, ma che poi NON RISPETTI NEMMENO L' ILLUSIONE INDOTTA, basta da sè a dimostrare quanto carogna sia, quanto false e illusorie siano le sue promesse, e quanto appunto vadano a sovrainserirsi su quelli che dovrebbero essere i veri "motivi esistenziali" ... E qui dobbiamo per forza concludere che questo contenitore non fa che difendere un espediente forzoso, mentre "prima funzione di un contenitore etico dovrebbe essere quella di difendere il contenuto più importante, ossia l' uomo e il senso stesso della vita".
Va da sè che, se sarò in vario modo costretto a "sopportare il ritmo bruciante del motore" perchè mi serve per andare da qualche parte, una volta arrivato a destinazione sarei un fesso a non volermene finalmente liberare; e liberarsi di tale motore significa liberarsi contestualmente di tutto l' apparato posto a suo sostegno, tra cui anche lo Stato come fin qui concepito.
Ma significa anche sostituire i precedenti valori posti ad "etica indotta": ecco che, ancor prima di essere una questione puramente metafisica, ancora una volta ci troviamo davanti ad un assunto prettamente MATERIALISTA e BEN CONCRETO: non posso concepire una "diversa macchina" se non ho ben presente a cosa dovrà ora servirmi, così come non posso progettare un complesso sistema "hardware e software" se non partendo da parametri ben specificati, e comunemente accettati.
La balla dell' 1%
Ogni sistema necessita per sua stessa natura che venga accettato e condiviso dalla maggioranza delle persone; a maggior ragione deve farlo quello borghese, dove l' Autorità esterna tende comunque a diminuire rispetto ai vecchi modelli imperiali, facendosi volontà INTERNA di quella stessa "piramide sociale" messa a sostegno del motore: ecco che possiamo introdurre una sorta di equazione che dice che: "quanto più nel mio modello l' Autorità esterna tenderà a diminuire, tanto più essa dovrà essere in qualche modo interiorizzata dalla popolazione".
E se l' interiorizzazione mentale degli assunti capitalisti si approssima oggi al 100%, il sistema per reggersi dovrà anche estendere i vantaggi economici da esso derivanti ad una base più ampia rispetto al vecchio modello: ecco che anche le attuali statistiche elettorali hanno dimostrato quanto in realtà la percentuale dei più o meno "privilegiati" dall' attuale sistema si attesta attorno al 70%.
E' una balla colossale quindi quella "dell' 1% acchiappa-tutto", che poteva forse corrispondere ad un modello sociale di tipo "Antico Egitto", ma non a quello attuale: non solo perchè non sarebbe oggi eticamente tollerato, non solo perchè il sistema capitalista semplicemente non si reggerebbe in piedi, ma anche perchè allora più niente e nessuno potrebbe fermare quella "rivolta di popolo" che invece, non a caso, è tanto irrealizzabile nel sistema attuale.
E non a caso un "qualcosa di simile all' antico Egitto" viene oggi artatamente posto in essere proprio per portare al crollo controllato del sistema ...!
( ed ecco un' altra possibile lettura per l' insistenza mediatica sull' occhio di Horus & C. )
Quale Etica ?
L' etica che serve al sistema borghese ( diciamo a farsi "olio" per il motore ? ) è dunque diversa da quella che serviva al sistema feudale, e ancor più da quella che serviva all' Impero Egizio ... e fin qui ci siamo.
Ma riusciamo ad ipotizzare quale etica dovrebbe guidare un sistema ancora superiore, o sbilanciandoci un po' ( che tanto qui ci costa uguale ) quella che potrebbe essere "l' Etica" per antonomasia di un sistema ideale ?
Beh, non è poi tanto difficile ... e visto che ogni sistema precedente INCULCAVA in qualche modo pseudo-valori, il principio che ci dovrà guidare sarà ora di tipo inverso, ossia un "processo a togliere", più che a mettere.
Togliendo tutto quanto è stato forzosamente sovrapposto, ecco che andrò naturalmente a riscoprire le vere dinamiche che spingono il singolo ad agire e ad associarsi.
Non si capisce infatti perchè il mio gatto abbia BEN CHIARE le sue motivazioni esistenziali, nè perchè riesca ad associarsi con altri gatti senza doversi mettere sempre l' elmetto in testa ma anzi in modo giocoso, seguendo quella legge interna posta a salvaguardia stessa di ogni specie, che risponde al semplicissimo "principio di piacere".
( E non si capisce perchè dovrebbero essere proprio quei pochi centimetri di cervello in più a rendere allora così complicata l' esistenza umana, invece di semplificarcela parbleu ! )
Ora, prima che mi sottoponiate le vostre teorie, proverò io per primo a rispondere al grande quesito etico affermando che, per il sottoscritto, "scopo della vita è la vita stessa" ( con buona pace di Hobbes, Kant, Marx, Milton Friedman, Sant' Agostino e religiosi tutti ).
E che la modalità associativa umana, ben lungi dal costituirsi secondo i perversi assunti di Hobbes ( homo homini lupus ), dei finti illuministi e religiosi vari che vorrebbero l' uomo in qualche modo "naturalmente tendente al male" ( resta un mistero capire come abbia allora potuto sopravvivere fin qui, parbleu ! ), è invece molto simile a quella del mio gatto, con forse qualche esigenza di tipo trascendentale in più, ma che tuttavia si configura secondo poche e semplici leggi ( individuate da Fromm in soli 5 principi necessari ed inalienabili ).
Principi che "scoprono" ( il procedimento è di tipo deduttivo/analitico, non "filosofico", non "dottrinale/indotto", non "checazzonesò" !! ) che l' Uomo, naturalmente predisposto al bene, è tuttavia capace di fare anche il male se ad esso spinto dalle circostanze e struttura sociale, così come di "adattarsi lungamente" ad un distorto sviluppo personale "mortificante" se costretto sempre dalle circostanze sociali. Col piccolo inconveniente di finire con l' "ammalare" sia se stesso che l' intera società, sviluppando quel sado-masochismo sociale così ben interpretato dall' attuale modello capitalista, e da esso enormemente utilizzato per i suoi fini.
Il grado di "felicità" raggiunto all' interno dei due sistemi interagenti ( Uomo e Società ) sarà il vero indicatore di uno sviluppo "adattivo alla vita", o al suo contrario alla morte.
( E qui mi fermo, per economia di discorso, invitandovi a leggere in tal senso il precedente post di Fanelli, più che complicati ragionamenti astratti ).
Sì, ma tradotto in soldoni ?
"Vita per la vita" dunque, senza artata sovrapposizione di secondi fini. Ecco che, a partire da tale presupposto, l' economia torna non solo ad essere sottoposta ad altro principio guida, ma si ridimensionano automaticamente anche gli assunti di "Produzione" e "Profitto": e poichè nessuno dei due ha più il ruolo di attore principale della "Commedia", ecco che tenderò a limitarli, nel mio impianto sociale, in modo da asservirli al più genuino assunto ora preso a "guida etica".
L' effetto ora spurio ed indesiderato ( in quanto non necessito più di espandermi ! ) andrà quindi limitato solo alla misura strettamente necessaria a conseguire quello primario e desiderato ( e non il contrario, in quanto un surplus dinamico/produttivo, non potendo più essere scaricato all' esterno, si ripercuoterebbe negativamente all' interno, finendo per trasformarsi paradossalmente proprio in fonte di crisi e schiavitù ... ossia nient' altro di quanto già anticamente successo, e di quanto oggi tende a riproporsi ).
Va da sè che dovrò innanzitutto ristabilire quindi QUALE E QUANTA produzione sia ora desiderabile all' interno del mio modello "Pincopallo", e soprattutto COME attuarla. Il primo problema che mi trovo ad affrontare infatti ... sono molteplici, e ahimè collegati:
1) trovare innanzitutto un equilibrio tra produzione e benessere evitando che il mezzo ( economia ) prevarichi il fine ( vita per la vita ); e poichè il surplus diventa ora deleterio, ecco che dovrò pensare ad UN BEN DIVERSO MOTORE, che sia il più possibile "distributivo", fino ad avvicinarsi ad un ottimale 100%
2) evitare poi che forze "esterne" al mio clan sociale possano entrare nel territorio tornando ad imporre una qualche logica di tipo coloniale;
3) evitare all' interno del sistema differenze sociali troppo stridenti, in quanto non solo non desiderabili, ma nemmeno utili ad un modello che dovrà essere più intrinsecamente stabile, più "lento" nel complesso e molto meno "esplosivo" del precedente ( RIPETO: che me ne faccio di una dinamica esplosiva se non necessito più di trasformarla in movimento espansivo -leggi guerra- ? ).
Ecco che da ognuna di queste necessità principali discendono PER CONSEGUENZA LOGICA le modalità:
1a) produttive (economia, sostentamento, scambio, moneta)
2a) politiche esterne (interazione e scambio con gli altri clan)
3a) politiche interne (sostanzialmente il modello sociale da adottare )
Modalità che sono tutte strettamente interconnesse tra loro, non c'è un cazzo da fare ... non posso pensare seriamente di sviluppare l' una prescindendo dall' altra ... ed ecco che si ripresenta, come già visto a proposito del nostro modello di "autonomia trentina", l' esigenza di una loro qualche concertazione e limitazione a livello sovra-territoriale, NON in base ad un assunto di sfruttamento, ma per intrinseca necessità di bilanceri che non possono che essere ESTERNI ALLA SINGOLA STRUTTURA:
- Come fai ad operare scambi commerciali con gli altri clan, facendo in modo che all' interno di ognuno permangano le condizioni imposte al punto 1 ?
- Limitare l' energia interna al modello ti evita di doverti spingere in avventure coloniali; ma come fai ad evitare di essere a tua volta colonizzato da un qualche clan esterno che si metta a sbiellare ?
- Come fai a calibrare il punto 3 in modo da avvicinarti il più possibile al valore ipotizzato del 100% di redistribuzione ?
Ecco che si deve NECESSARIAMENTE ipotizzare un modello esterno a "rete", dove ogni nodo assuma come "Autorità interna" dei ben precisi parametri di sviluppo condivisi ( esattamente quanto succede nel web, che deve avvalersi di un protocollo html condiviso da ogni computer, per esempio ).
Ed ecco che questi nodi trovano un successivo ed ulteriore giovamento da un superiore "regolatore di traffico" ( un po' quello che succede nella rete web tra server e provider, detto alla buona ).
Insomma, perchè il nostro "modello trentino" funzioni necessita di una Autorità neutrale esterna che dica COME e COSA sia considerato "desiderabile" produrre, e protegga poi il mio prodotto sul mercato esterno; necessita di un meccanismo monetario esternamente CONTROLLATO che in base a ciò mantenga l' EUFLAZIONE interna tramite iniezione della liquidità necessaria ( sovvenzioni mirate, per esempio ) e successiva estrazione ( tassazione ) che eviti ogni accumulo di pericoloso surplus di capitale; e necessita infine di un qualche deterrente esterno che garantisca dall' interferenza forzosa di terzi.
Autorità esterna dunque che dovrà porsi a PURO BILANCIERE dei vari nodi, che tenderanno comunque ad armonizzarsi spontaneamente una volta "a regime".
Non solo, ma troverò comodo organizzarmi anche internamente secondo un analogo modello a rete, dove alla centralina unica ( attuale schema piramidale ) si sostituiscano dei nodi interconnessi, che godano di una loro autonomia amministrativa pur in un contesto di sovranità limitata ( le Province nel nostro modello trentino ): ecco che lo schema a rete del web diventa non solo un modello virtuale, ma un modello in tutto e per tutto applicabile al reale, con molti vantaggi e ben pochi punti deboli. Ed anche nel caso che un nodo crolli, ciò non comporterà il crollo dell' intero sistema, come invece accade oggi.
Ne riparliamo; qui volevo solo far rilevare quanto il problema sia in realtà complesso ed interconnesso nelle sue varie dinamiche, ma anche come tutto sarebbe poi semplicemente risolvibile e ben armonizzabile, se solo ci si decidesse ad affrontarlo nella giusta ottica. Altro che orto coi pomodori, altro che recupero della sovranità, altro che fantomatiche rivoluzioni, altro che sognare ancora "l' Italia sovietica" parbleu !!  
E anche qui si tratterà allora di un ennesimo "processo a togliere", più che a "mettere" ...
... E "come sopra così sotto", ecco che "lo schema stellare" ( immagine dell' ipotizzato modello a rete ) andrebbe quindi a sostituire l' ormai obsoleto "schema eliocentrico Galileiano" ( attuale modello centrale ) ... Cazzo, le avevano proprio già pensate tutte, parbleu ...                              
       

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