Dopo il libro di Pino Aprile" Terroni", in italia molti sono quelli ai quali non si può più nascondere la verità, nè serve far finta di raccontarla attraverso il grande modo di amare delle donne e degli uomini meridionali. A dare del nostro Meridione ancora questa immagine equivale al modo tedesco di etichettare il nostro Paese con il mitra, la pizza e il mandolino.
Nessuno a denunciato come falso le argomentazioni di Pino Aprile, ma la cultura nazionale si è limitata a farne argine con il silenzio, come dire che ci sono due verità storiche: una dello Stato e l'altra, romantica e personale, di un folle meridionale che non vuole accettarsi come gli hanno sempre detto di dover essere: senza spina dorsale e con un futuro impreciso che non si declinare nel suo territorio.
Su quella storia io mi aspetto molto di più, non il solito borghese traditore, il re pusillanime delle Due Sicilie ed il solito eroe disperato meridionale tutto cuore ed incazzato. Non una parola sulla violenza, sui decapitati, sui deportati, nulla. é uguale ai film documentari e i libri di stato. Nessuno ha smentito "Terroni" ma siamo ancora lontani dal prendere quelle notizie e diffonderle.
Se faccio il pari tra questa testardaggine nel voler mantenere una bugia storica perfino scomoda oggi, nascondendola dietro al fatto che gli italiani sono ancora un popolo di "immaturi" ai quali non può essere raccontata la verità, e la storia "...sugli sfigati che non si lauraneo entro i 25 anni...", o "...alla pretesa del posto fisso...intorno a casa di mamma è papà..." mi pare di poter dire che vedo uno sbarramento violento contro l'apertura ad uno Stato moderno che dovrebbe essere quello che dovrebbe avvenire per uscire da una crisi che non è solo bancaria, ma culturale e di valori. Non si vuole dire ancora ai meridionali il motivo perchè la loro ricca terra e mare non gli sia mai bastata per poter vivere? non gli si vuole dire che quella loro terra, quel loro mare, mentre non era per loro bastante, ha arricchito le industrie di trasformazione dei prodotti della tavola provenienti dalle campagne pugliesi o siciliane, campane o lucane? Non si é educato nelle scuole italiane al consumo dell'olio di oliva, ma al burro, per non far diventare l'oro del sud un prodotto per veicolare denaro al sud? Non si vuol dire che nelle mense scolastiche ilpesce è quasi del tutto assente o si passa per pesce i bastoncini di pesce trasformato dalle industrie con sedi nell'hinterland Milanese? Va bene, ma si abbia il coraggio di dire che quando si parla di "avventura della vita senza posto fisso" si vuol dire ai figli dei meridionali che dopo l'emigrazione dei padri e delle madri, gli si chiede di non legarsi al territorio dove sono nati, ma siano pronti a seguire gli interessi del capitale moderno, investitore anarchico e senza regole se non le loro, emigrando a loro volta. Come si può credere che quel discorso sia stato fatto per i giovani trota padani o dei bogiànèn piemontesi, per i quali l'avventura della vita o il bamboccismo non è mai contemplato?
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