Un qualcosa che ignoriamo e che dovremmo sapere è il costo del prelievo applicato sul denaro di un immigrato che, oggi, intenda mandare a casa propria, in Africa, parte dei risparmi del suo lavoro.
Il fatto è che a fare questo genere di transazioni sono sempre, o quasi sempre, gli stessi istituti di credito, leggi banche “usuraie”, e di solito queste operano in regime di monopolio.
In tale modo i prezzi lievitano e a loro unico vantaggio.
Succede, perciò, che un lavoratore africano, che vive in Italia, specie se il suo denaro lo deve inviare in uno dei Paesi dell’Africa sub-sahariana(Niger-Mali-Ciad), paghi una cifra ,che assorbe dal contante il 12,4% della stessa rimessa.
Mentre, altrove, la cifra uguale non supera di regola il 9%.
Questi sono dati forniti dalla Banca Mondiale, la quale suggerirebbe, semmai, un prelievo addirittura del solo 5%.
Ciò consentirebbe, infatti, alle famiglie degli immigrati di beneficiare subito di maggiori somme di denaro che sono state, nella maggioranza dei casi, lavorate e guadagnate onestamente dai propri congiunti.
I Paesi peggiori, quanto a regime di monopolio o semi-monopolio per il servizio delle rimesse in Africa, sono attualmente il Sudafrica, il Tanzania e il Ghana.
Sono informazioni ufficiali.
Solo un’onesta concorrenza fra istituti di credito potrebbe risolvere buona parte del problema.
E non sarebbe poca cosa in considerazione della crisi economica generalizzata che erode, e senza pietà alcuna, molto di più i denari delle modeste entrate di chi non ha mai scialato e non sciala mai e le ha realizzate (è proprio il caso di dirlo) con il sudore della fronte piuttosto che d’altri.
Quelli, cioè, coloro che hanno sempre potuto e possono. Onestamente e no.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)