Fonte: Il Messaggero
LECCE – Immigrati fatti giungere in Italia con false promesse di lavoro e ridotti invece in schiavitù per lavorare nei campi per molte ore al giorno e vivere in condizioni disumane. Per questo 16 persone sono state arrestate dai carabinieri dei Ros tra Puglia, Calabria, Campania, Sicilia e Toscana. L’organizzazione, stando a quanto hanno accertato gli investigatori, operava a Nardò (Lecce) – centro che in estate ospita centinaia di immigrati che giungono da ogni parte della Puglia e del resto d’Italia per lavorare nei campi, soprattutto nella raccolta delle angurie – Rosarno (Reggio Calabria) e altre città del Sud. L’indagine, chiamata ‘Sabr’ è stata avviata dal Ros di Lecce nel gennaio 2009. Nell’organizzazione c’erano italiani, algerini, tunisini e sudanesi operanti in Puglia, Sicilia, Calabria e Tunisia. Gli indagati avrebbero favorito l’ingresso clandestino di extracomunitari, in prevalenza di tunisini e ghanesi, da destinare alla raccolta di angurie e pomodori.
Il “reclutamento” avveniva prevalentemente in Tunisia, dove numerose persone, spinte dalla disperazione, venivano convogliate in falsi viaggi della speranza verso la Sicilia e, successivamente, nella penisola, per lavorare prima nell’ agro pachinese, nel siracusano, poi i quello neretino, in provincia di Lecce. A Nardò, per questo chiamata anche “Anguria city”, si era costituita una sorta di “cartello” tra datori di lavoro e “caporali”, che forniva manodopera per i lavori agricoli stagionali in diverse regioni. I clandestini venivano relegati lontano dai centri abitati, privati del denaro che avevano con sè, retribuiti con somme irrisorie, alloggiati in baracche senza acqua corrente, servizi igienici e corrente elettrica messe a disposizione dagli stessi “datori” di lavoro.
Gli immigrati venivano costretti a turni di lavoro di 10-12 ore, anche durante il Ramadan, periodo durante il quale molti lavoratori di religione islamica si astenevano dal bere e dal mangiare. Da questa attività i componenti dell’organizzazione traevano profitti «rilevanti», evadendo tasse e contributi. Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri del Ros, dei comandi provinciali interessati e del Nil, con il supporto di elicotteri e unità cinofile per la ricerca di droga, armi ed esplosivi. La misura cautelare è stata emessa dal gip di Lecce Carlo Cazzella su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce. Tra i reati contestati, oltre alla riduzione in schiavitù, anche l’associazione per delinquere, il falso in atto pubblico (per i falsi permessi di soggiorno) e il favoreggiamento dell’ingresso di stranieri in condizioni i clandestinità.
Per la tarda mattinata è co nvocata una conferenza stampa in Procura con la partecipazione del procuratore capo della Dda salentina, Cataldo Motta.
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