Magazine Informazione regionale

Immigrazione, le scelte del Governo

Creato il 11 aprile 2011 da Quattroparole

L’ondata migratoria che il governo italiano sta affrontando avviene in circostanze eccezionali e in un contesto internazionale altrettanto anomalo: basti pensare alle azioni di guerra in corso nel Mediterraneo. E’ necessario allora precisare una serie di punti per rispondere alle polemiche alimentate ogni giorno dall’opposizione sulla gestione della crisi.

Vediamo:

  • Per quanto riguarda la situazione degli sbarchi sulle coste italiane, dal primo gennaio al 6 aprile sono avvenuti 390 sbarchi per un totale di 25.867 persone. Nello stesso periodo dello scorso anno ne erano arrivate appena 25, a dimostrazione che il governo italiano, prima delle rivolte nel Maghreb, era riuscito a neutralizzare completamente il fenomeno dell’immigrazione clandestina. In gran parte, i barconi sono partiti dalla Tunisia, dove dopo la caduta di Ben Alì i controlli sono completamente saltati. Per questo Berlusconi e Maroni hanno definito con la Tunisia un accordo che consenta, oltre che i rimpatri, anche il ripristino della prevenzione per impedire le partenze.
  • Quello migratorio in atto è un fenomeno che non ha precedenti: nel corso dell’ultimo anno in cui gli sbarchi furono numerosi (oltre 38mila), ossia il 2008, essi furono diluiti nel corso dell’intero anno e questo consentì alle strutture del Ministero dell’interno di gestire il flusso senza problemi. Il vero e proprio assalto che si è verificato a Lampedusa ha costretto il governo a pianificare in pochi giorni modi e strutture di accoglienza che scongiurassero una catastrofe umanitaria.
  • Il governo ha subito proposto una serie di iniziative all’Unione europea, e ha tempestivamente aperto il tavolo di confronto con le regioni. Sono state convocate una serie di riunioni che hanno portato a un primo accordo, il 30 marzo, nella seduta straordinaria della Conferenza unificata. In quella sede sono state assunte decisioni importanti perfezionate poi mercoledì sera. Fin dal primo momento è stato previsto un piano per accogliere fino a 50 mila profughi, e già nell’accordo del 30 marzo era stato fissato un criterio di equa distribuzione dei clandestini su tutto il territorio nazionale.
  • Sul fronte dei Paesi di origine, il governo italiano ha sviluppato una serie di iniziative per bloccare i flussi e per effettuare i rimpatri. E’ stato rafforzato con l’Egitto l’accordo bilaterale che funziona benissimo: i cittadini egiziani arrivano, vengono immediatamente riconosciuti dalle autorità consolari e il giorno dopo vengono rimpatriati. Se questo accordo fosse attuato nello stesso modo in tutti gli altri Paesi, potremmo procedere immediatamente ai rimpatri. Purtroppo non è così, perché gli accordi bilaterali sono stipulati tra l’Italia e i vari Paesi, ma non esiste un sistema europeo di accordi bilaterali, e questo è un problema che l’Italia ha posto con forza all’Ue.
  • Il governo Berlusconi ha fatto, dunque, tutto il possibile nella peggior situazione possibile, e se insufficienze ci sono state vanno ricercate in sede europea. Così non può continuare, soprattutto in previsione di ciò che può accadere da qui in avanti quando finirà la guerra in Libia. Non può continuare un sistema che lasci sistematicamente soli i singoli Stati a gestire unilateralmente o bilateralmente questioni epocali come l’immigrazione clandestina.
  • Ultima annotazione: i ritardi, se ci sono stati, sono dipesi tutti da fattori esterni: l’accordo siglato lunedì a Tunisi, ad esempio, sarebbe arrivato molto prima se nel frattempo non fosse cambiato il ministro dell’Interno tunisino. I contatti erano stati infatti attivati già alla fine di febbraio. E, allo stesso modo, la posizione di chiusura della Francia è stata adottata dopo che anche lì è cambiato il ministro dell’Interno.

Filed under: Analisi Politica

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :