Si sta diffondendo il sospetto che, nella Repubblica di San Marino, il gran numero di immobili del tutto ignoti al catasto in quanto non allibrati, oltre a costituire una beffa per gli onesti, potrebbe essere una conseguenza della malavita organizzata italiana (sottobosco politico affaristico) di cui ha trattato la Commissione Antimafia.
Detto sottobosco deriva dall’humus costituito a suo tempo da 548 società anonime, oltre 300 immobiliari, 120 fondazioni circa, migliaia di società per azioni e società a responsabilità limitata con azioni e quote intestate a fiduciarie anche di paesi offshore. Sottobosco fatto sopravvivere con l’escamotage di abolire le società anonime ma non l’anonimato societario, grazie al mantenimento delle fiduciarie.
Nella campagna elettorale c’è stata una, una sola delle 11 formazioni politiche, che ha caratterizzato la sua iniziativa su tale punto, mobilitando l’opinione pubblica attraverso proposte atte a scardinare detto sistema.
Sul fatto che la malavita italiana si sia servita della speculazione edilizia a San Marino (fino a devastarne il territorio), si sono avute autorevoli conferme anche a livello politico sia da membri dell’opposizione che della maggioranza.
Sugli immobili non allibrati niente imposte. Nemmeno la patrimoniale.