IMMOBILIARE cosa aspettarsi dalla politica di Giuliano Olivati

Da Maurizio Picinali @blogagenzie

Quali richieste può realisticamente fare il mondo del mattone alle forze politiche che si sfideranno alle urne e al futuro governo? la situazione economica è tale da postulare una riflessione generale fuori da particolarismi corporativistici (che rendono impopolari le categorie/lobby senza portare da nessuna parte). la ratifica italiana, sul finire del 2012, del trattato europeo del fiscal compact (5 righe a pag 7 del corriere della sera, ma ora la purghiamo) ci porta per i prossimi 20 anni, a partire dal 2015, a manovre da 40/60 MLD/anno, per ridurre entro il 2035 il rapporto debito sovrano/PIL dal 122% al 60%. quindi invocare il calo della pressione fiscale su un settore è impossibile, dato che tagli e tasse sono destinati ad aumentare a pioggia. va notato che la forbice 40/60MLD di manovra annuale si apre a 60 o chiude a 40 oppure nel mezzo proprio in ragione dell''andamento del PIL, su cui tuttavia non si può essere troppo ottimisti, dato che è in calo insieme alla produzione industriale. dire che si compensa il taglio IMU prima casa con tasse su alcolici tabacchi giochi poteva essere sostenibile se non vi fosse il fiscal compact, che ci farà sì tassare alcolici tabacchi giochi (e financo le meretrici) ma "in più" e non "al posto di" altre tasse oggi esistenti: è già bello se non dovremo pagare la bolletta dell''aria. uscire dal fiscal compact? tutto si può fare, ma a quel punto avremmo lo spread a mille, il debito sovrano fuori controllo e rischio di default rapidissimo stile argentina ecc ecc; uscire dall''euro? dicono i giuristi non si può, o meglio si devono stracciare i trattati europei e si esce direttamente dalla UE, tornando all''autarchia anni Trenta (e fors''anche alle sanzioni europee tramutate in dazi). rinegoziare i trattati? certo si può fare ma son cose lunghe complesse ecc: morale, intanto ci teniamo il fiscal compact e su quello dobbiamo regolarci. il resto è fantapolitica, poi ovviamente ognuno la può pensare come vuole... alla fine come non dar ragione a paolo righi, presidente nazionale fiaip (la federazione italiana agenti immobiliari professionali), che al termine di un incontro con le forze politiche ha concluso: "abbiamo capito che siamo soli". visto che ci dobbiamo tirar su da soli prendendoci per il codino come il barone di muenchausen, è necessario tornare ai fondamentali del real estate: l''economia di pietra ha sempre battuto l''economia di carta (monte paschi dice qualcosa?), perché la casa soddisfa un bisogno esistenziale essenziale dell''essere umano e del nucleo familiare, cellula base della compagine sociale. quindi comprare la casa di abitazione, o acquistare un appartamento da dare in affitto, resta oggi l''investimento di medio-lungo termine più sicuro. per quanto riguarda le tasse, la sensazione è che il mattone abbia già dato con l''imu, che tuttavia sulla prima casa non è mediamente maggiore della vecchia ici: e quando si pagava l''ici sulla prima casa, le case si vendevano alla grande, segno che non è l''ici/imu ad aver rallentato il mercato, ma una sere di cause macroeconomiche che hanno fatto regredire la performance economica generale. arriverà la tares che rimodula la vecchia tarsu/tia, e speriamo anche qui di non assistere a strumentalizzazioni politiche di una tassa sui servizi che si paga in tutto il mondo. altre imposte sono possibili ma sulla ricchezza mobiliare, investimenti finanziari e depositi, salvo forse una tassa di solidarietà sociale (come in francia) sui grandi patrimoni immobiliari plurimilionari. usciamo dall''isteria collettiva causata dal corto circuito mediatico-politico e rimbocchiamoci le maniche: il mondo è fatto di case, e la casa è il nostro mondo.
DI Giuliano Olivati
Presidente Fiaip Bergamo


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