Impara Marte e mettilo su carte

Creato il 16 luglio 2014 da Media Inaf

Nuova mappa geologica globale di Marte. Crediti: USGS

La rappresentazione più accurata della superficie di Marte è stato recentemente resa pubblica dallo USGS, il servizio geologico statunitense, dal cui sito la si può scaricare liberamente. La nuova mappa riunisce osservazioni e scoperte scientifiche ottenute da quattro veicoli spaziali, che hanno acquisito dati per più di 16 anni. Il risultato è una visione aggiornata della storia geologica della superficie del Pianeta Rosso, quello più simile alla Terra nel sistema solare e l’unico altro nella “zona abitabile” relativa alla nostra stella.

“Finalmente!”, ha esclamato Roberto Orosei dell’Istituto di Radioastronomia INAF, vice responsabile scientifico di MARSIS (Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere Sounding), un radar montato a bordo della sonda spaziale ESA Mars Express e frutto della collaborazione tra l’ASI, l’Università di Roma La Sapienza e il NASA-JPl. “Aspettavamo da tempo l’uscita di questa mappa, che costituisce un riferimento indispensabile per l’analisi e l’interpretazione dei dati che riceviamo da Mars Express. Una mappa geologica fornisce le relazioni cronologiche e stratigrafiche delle diverse unità geologiche che si vedono in superficie. Per questo è un punto di partenza molto importante per comprendere le stratigrafie che osserviamo nel sottosuolo di Marte con il radar italiano MARSIS”.

Per centinaia di anni, le mappe geologiche hanno contribuito a guidare il pensiero scientifico. Secondo l’USGS, questa nuova mappa globale geologica di Marte, al pari delle recenti mappe geologiche globali delle lune di Giove Ganimede e Io, illustra anche l’importanza della mappatura geologica come strumento essenziale per l’esplorazione del sistema solare.

“L’esplorazione spaziale di Marte negli ultimi due decenni ha notevolmente migliorato la nostra comprensione su quali materiali, eventi e processi geologici abbiano dato forma alla sua superficie”, ha detto Kenneth Tanaka, ricercatore USGS e autore principale della pubblicazione. “La nuova carta geologica racchiude questa ricerca in un contesto olistico, che aiuta a illuminare le relazioni chiave esistenti fra i vari elementi nello spazio e nel tempo, fornendo preziose informazioni per generare e verificare nuove ipotesi”.

Un dettaglio della nuova mappa. Crediti: USGS

Lo scrupoloso lavoro di cartografia ha rivelato che la superficie di Marte è generalmente più vecchia di quanto si ritenesse. Si è riscontrato, ad esempio, che molte più aree rispetto alla precedente mappatura appartengono al primo periodo Noachiano, un’era geologica datata da circa 4,1 a circa 3,7 miliardi di anni fa, caratterizzata da alti tassi di impatti meteoritici, diffusa erosione della superficie marziana e probabile presenza di abbondante acqua superficiale. La mappa conferma, inoltre, precedenti interpretazioni che suggerivano come Marte sia stato geologicamente attivo praticamente fino ai giorni nostri. Ci sono infatti prove di come le grandi variazioni climatiche di Marte abbiano supportato la presenza temporanea di acque superficiali, oltre a acqua e ghiaccio sub-superficiali. Queste variazioni sono probabilmente responsabili di molti dei principali cambiamenti negli ambienti in cui si sono formate, e successivamente erose, le rocce marziane. Secondo gli scienziati, questa nuova mappa servirà come riferimento fondamentale per l’origine, l’età e il cambiamento storico dei materiali geologici per tutto il territorio marziano, un’indicazione basilare per la ricerca scientifica su Marte come obiettivo a lungo raggio per l’esplorazione umana dello spazio.

“I risultati sulla mappa consentiranno ai ricercatori di valutare i potenziali siti di atterraggio per future missioni su Marte che possano contribuire a promuovere la comprensione della storia del pianeta”, ha detto la direttrice dell’USGS, Suzette Kimball. “La nuova carta geologica globale di Marte fornirà il contesto geologico per le indagini scientifiche, regionali e locali, per molti anni a venire.”

La superficie di Marte è stata oggetto di osservazione scientifica fin dal 1600, prima con telescopi terrestri, poi con veicoli spaziali. Le missioni Mariner 9 e Viking Orbiter hanno prodotto le primi viste d’insieme della superficie di Marte, consentendo la pubblicazione delle prime mappe globali geologiche (nel 1978 e nel 1986-1987, rispettivamente) di una superficie planetaria diverse da quelle della Terra e la Luna. Una successiva generazione di sofisticati strumenti scientifici ha volato sulle navicelle Mars Global Surveyor, Mars Odyssey, Mars Express e Mars Reconnaissance Orbiter, fornendo diversi insiemi di dati di alta qualità, che consentono oggi una più sofisticata rimappatura della geologia su scala globale del pianeta più prossimo al nostro.

“Una mappa geologica globale è un’impresa di grandi proporzioni che richiede l’esame e l’interpretazione delle immagini dell’intera superficie di Marte. Un simile sforzo richiede tempo ed esperienza e, nonostante la presenza in Europa ed in Italia di gruppi di ricerca che si dedicano a questo tipo di studi, l’USGS mantiene ancora un’eccellenza a livello globale”, ha concluso Orosei.

Una proiezione della mappa geologica (sx) a confronto con una vista topografica (dx), dove a colori più “caldi” corrispondono maggiori altezze. Crediti: USGS

Fonte: Media INAF | Scritto da Stefano Parisini


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