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“Scoprite che cos’è vero e che cos’è falso nell’ambiente in cui vivete che è opprimente e crudele. Solo così scoprirete la verità.”(Jiddu Krishnamurti)
“Ho l’impressione che tanto l’atto di imparare, quanto l’atto di ascoltare ci risultino straordinariamente difficili. Noi non ascoltiamo mai veramente, perché la nostra mente non è libera; le nostre orecchie sono imbottite di tutta la conoscenza che portiamo sempre con noi, così ascoltare diventa straordinariamente difficile. Penso - anzi, è un fatto - che se potessimo ascoltare con tutto il nostro essere, con una vigorosa vitalità, allora l’atto di ascoltare diverrebbe un fattore di liberazione. Ma sfortunatamente voi non ascoltate, perché non avete mai imparato a farlo. In fondo, potete imparare qualcosa solo quando vi impegnate con tutto il vostro essere. Imparate la matematica solo quando vi ci dedicate totalmente; ma se vivete in uno stato di contraddizione, cioè se venite forzati ad imparare mentre non avete alcuna intenzione di farlo, allora l’imparare si riduce ad un vuoto processo di accumulazione. Se volete scoprire qualcosa di nuovo, dovete cominciare da voi stessi. Dovete mettervi in viaggio abbandonando soprattutto la vostra conoscenza, perché questa conoscenza, unita a quello in cui credete, vi porterebbe facilmente ad avere esperienze di vario genere; ma queste esperienze sarebbero il frutto della vostra immaginazione e quindi sarebbero del tutto false, lontane dalla realtà. Se volete scoprire per conto vostro come è il nuovo, non è bene che vi portiate dietro il carico del passato, soprattutto il carico della conoscenza che altri hanno acquisito, anche se questi possono essere grandi personaggi. Voi usate la conoscenza per darvi importanza, per sentirvi al sicuro. Ma chi usa costantemente la conoscenza per proteggersi non è affatto un cercatore della verità. Non ci sono sentieri che conducono alla scoperta della verità. Quando volete scoprire qualcosa di nuovo, quando siete alle prese con un esperimento delicato e difficile, la vostra mente deve essere calma, vi pare? La mente affollata, che si riempie di fatti e di conoscenza, non è in contatto col nuovo. Per la maggior parte di noi la mente e diventata molto importante, è diventata un fattore predominante che interferisce di continuo con quello che potrebbe essere nuovo, con qualcosa che potrebbe esistere contemporaneamente al conosciuto. Così la conoscenza e quell’apprendimento che è accumulo di conoscenza ostacolano coloro che cercano e vorrebbero capire l’eterno. La funzione della mente è quella di indagare, di imparare. Imparare, secondo me, non è affatto la coltivazione della memoria o un accumulo di conoscenza, ma implica la capacità di pensare con chiarezza, con logica, senza cadere nella trappola delle illusioni. Si può imparare solo partendo dai fatti e non dando spazio a qualche ideale o a quello in cui crediamo. Non si può imparare quando permettiamo che il pensiero si basi su qualche conclusione che diamo per scontata. E imparare non significa nemmeno acquisire delle informazioni o accumulare conoscenza. Per imparare ci deve essere amore, l’amore che consente di capire, l’amore di fare una cosa per se stessa. Possiamo imparare solo quando non siamo sottoposti ad alcuna coercizione. Sono molte le coercizioni che subiamo: le sottili pressioni, gli attaccamenti, le minacce, gli incoraggiamenti o le ricompense che riceviamo e che ci lusingano. La maggior parte della gente pensa che il confronto faciliti l’apprendimento, mentre non è affatto così; è vero il contrario. Quando si confrontano tra loro due esseri umani si apre la porta alla frustrazione, all’invidia, alla competizione. Questo genere di confronto non è altro che una forma di persuasione che genera paura e non consente affatto di imparare. Una cosa è imparare e un’altra cosa è accumulare conoscenza. L’imparare è un processo continuo che avviene in ogni momento e non richiede alcun accumulo di conoscenza. Non è assolutamente un processo nel quale si acquisisce qualcosa per poi agire di conseguenza. Per la maggior parte di noi la conoscenza si basa sul ricordo di un’esperienza o sull’idea che ci facciamo di un’esperienza; e, dalla conoscenza che abbiamo, scaturisce la nostra azione. Questo significa che la nostra azione si basa sempre sulla conoscenza, tecnologica o psicologica, legata ad una tradizione o a una nostra particolare idiosincrasia. Ma finché va avanti un processo del genere, non è possibile imparare, non è possibile quel movimento costante nel quale non si accumula nulla. Non so se vi siete mai chiesti che differenza c’è tra l’imparare e l’accumulare conoscenza… l’imparare non richiede alcun accumulo. Quando imparate, non state accumulando qualcosa che poi condizionerà la vostra azione. Imparate in ogni momento, muovendovi con la vita. Così, quando imparate, non c’è alcun degrado, alcun declino o deterioramento. La saggezza non è il prodotto della conoscenza: è qualcosa che ognuno deve scoprire. Conoscenza e saggezza non procedono insieme. La saggezza affiora col maturare della conoscenza di noi stessi. Senza conoscere noi stessi non avremo alcuna possibilità di vivere nell’ordine e nella virtù. Imparare su noi stessi non significa affatto accumulare conoscenza su quello che siamo. La mente che accumula conoscenza non sta imparando: sta raccogliendo delle informazioni e facendo esperienza. E basandosi sulla conoscenza che ha acquisito, continua a fare esperienza; quindi non sta veramente imparando, sta solo accumulando ulteriore conoscenza. Il vero imparare avviene nel presente, non ha passato. Quando dite: “Ho imparato”, avete a che fare con la conoscenza che avete accumulato e questo significa che ormai avete smesso di imparare. Una mente che non pretende di accumulare nulla impara in continuazione, e solo una mente simile può capire a fondo quell’entità che noi chiamiamo il “me”, il sé. Io devo conoscere me stesso, la struttura, la natura, il significato di quell’entità che chiamo “me”. Ma non posso farlo se continuo a portarmi dietro tutto il carico di conoscenza legata al passato, alle mie precedenti esperienze, ai miei condizionamenti. Finché mi tengo tutto questo non posso imparare, posso solo interpretare a modo mio quello che vedo con occhi annebbiati dal passato.” (Jiddu Krishnamurti)
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