Quando sento parlare di videogiochi ho sempre molti timori: creeranno dipendenza? sono veramente giochi creativi? faranno passare la voglia di giocare con altro? Ho trovato delle valide risposte nel progetto Coderdojo di cui avevo sentito parlare un anno fa (ne ho parlato qui). Per costruire un buon rapporto con la tecnologia i bambini devono avere un ruolo da protagonista, un po’ critico ad esempio chiedendosi come realizzerebbero loro un videogioco o cosa cambierebbero in uno dei loro preferiti. I posti per partecipare a un laboratorio di Coderdojo si esauriscono velocemente appena viene pubblicata la data. Siamo riusciti a partecipare e vi racconto come è andata.
Ho scoperto che se tu dici a un bambino che può cambiare ciò che ha intorno è come se tu gli stessi dando lo scettro del potere: diventerà giudice, critico ed estremamente riflessivo.
I laboratori di Coderdojo sono un progetto offerto gratuitamente ai ragazzini dagli 8 anni per avvicinarli a un uso consapevole del computer. Questa definizione è quasi riduttiva, perchè la parte pedagogica che sostiene il progetto punta a una prevenzione del cyberbullismo e a un ingresso in rete da utenti consapevoli. Come si raggiunge tutto questo?
Durante il laboratorio ogni bambino riceve un software da installare sul proprio pc con l’aiuto di un tutor. Si tratta del programma Scratch, disponibile gratuitamente in rete. Se non lo avete mai usato, vi sconsiglio di scaricarlo senza partecipare a un incontro di Coderdojo: vi perdereste la motivazione ed è una prospettiva che mio figlio non ha ancora dimenticato, nonostante sia passato diverso tempo.
Il programma serve a programmare semplici videogiochi: si può scegliere il tema, lo scopo del gioco, il modo in cui si ottengono i punti e tanto altro. In qeusti due mesi abbiamo già un videogioco ispirato a ogni tema possibile (compresa la Prima Comunione).
L’incontro parte così:
“Cosa vorreste cambiare in un videogioco che vi piace?” (invito a essere critici)
“Sapete che potete farlo? Il computer è una macchina e fa quello che dice il programmatore. Il programmatore parla con il computer. Tutte le persone che vedere qui oggi come tutor parlano con i computer, qualcuno anche con gli allarmi e le tapparelle. Vi piacerebbe farlo anche voi?” (dare un modello da seguire)
“C’è una regola che vale per chiunque vi voglia aiutare con il computer: la tastiera non si tocca, possono usarla solo i bambini, tutti gli altri si devono spiegare con le parole.” (modello di insegnamento: ti spiego come fare da solo).
E’ stato un successo. Ho trovato le mie risposte? Sì! Essere critici e protagonisti evita di diventare vittime. I videogiochi sono una alternativa: si fa un po’ di tutto, si programma, si gioca, si cuce, si legge, si salta e si va in bicicletta, ovvero si sceglie.