Stamani le truppe cammellate dei Movimenti per la Casa hanno occupato le ex caserme di Via Guido Reni destinate ad un'eccellente riqualificazione e rifunzionalizzazione. Perché truppe cammellate? Perché, come spesso è accaduto, si tratta di null'altro che poveri immigrati che non sanno per chi e per cosa protestano che vengono chiamati gonfiare manifestazioni tra le più assurde in cambio di case occupate e precari tetti sopra la testa. Io ti trovo una casa, tu in cambio voti (se voti) per chi dico io e fai massa alle mie manifestazioni, anche se non le condividi e anche se non sai di cosa si parla. In una clamorosa strumentalizzazione del dolore e del disagi che può passare sotto silenzio soltanto in una città atrocemente disumana come Roma.
Ma veniamo al centro del problema. Contro cosa protestavano i Movimenti che ritengono umiliante pagare l'affitto, pagare il condominio, pagare le bollette, pagare il mutuo come fate onestamente voi ogni santo mese? Protestavano contro la trasformazione delle Caserme di Via Guido Reni. Un vasto progetto di trasformazione urbana come se ne fanno regolarmente a decine in tutte le città europee e come, per una volta, si progetta (per ora solo progetta) di fare a Roma. Con un mix di funzioni: residenziale, culturale, commerciale, housing sociale, ricettivo. Perfetto. Inattaccabile.
Il problema è proprio nella perfezione del dispositivo per loro. Se si fanno le cose per bene movimenti di violenti, nazisti, coatti, prepotenti non hanno ragione di esistere, non possono continuare a strumentalizzare il disagio. Se si fanno case popolari (come il progetto impone), finisce l'esigenza di occupare e finisce il potere di ricatto di questi gruppi. Ecco il perché della protesta. Se passa il concetto che anche Roma può avere uno sviluppo di stampo europeo, finisce l'esistenza di questa marmaglia, di questa feccia, che infatti altrove non esiste.
E allora qualsiasi cosa buona va fermata, arrestata, mistificata. "Qui vogliono costruire case di lusso" urlavano. Non è vero, ma anche se fosse vero? Dove sta il problema di costruire case di lusso come si fa a Londra, a Parigi, a New York, a Tokyo? Roma forse non può avere acquirenti facoltosi? Chi vuole investire su immobili di pregio deve andare all'estero? Forse la costruzione di immobili non dà lavoro a migliaia di persone che, senza questa filiera, sono disoccupate e alla fame. O forse le persone disoccupate e alla fame sono il brodo entro cui germina il virus di questi movimenti e dunque non può venire a mancare.
Impariamo a odiare questa gentaglia. La nostra è una istigazione all'odio autentica perché è sano e auspicabile odiare chi ti costringe a scappare dalla tua terra, chi ti costringe a non potervi far crescere i tuoi figli, chi condanna la tua città e il tuo paese al declino e alla morte.