Avete presente la scena di questo film?
Ieri mi sono sentita tanto Rebecca Bloomwood e mentre ri-vivevo con la mente questa scena, di fronte alla cassiera, ridevo tra me e me pensando a quanto sono shopping-addicted. Da tempo ormai andavo a caccia – grazie anche ad un fidanzato paziente che mi portava in giro - di un cappottino color cipria. Ne avevo visto uno particolarmente bello nella campagna pubblicitaria della nuova collezione di Ovs, ed era perfetto da poter mettere il giorno della mia laurea in dicembre. Ovviamente, con la fortuna che possiedo, era introvabile ... almeno fino a ieri! Mentre aspettavo la mia migliore amica, strano ma vero ero in anticipo, ho deciso di fare un piccolo sopraluogo tra i negozi della zona, anche se in realtà il poco tempo e i pochi soldi non mi avrebbero permesso grandi risultati.
In realtà lo shopping più soddisfacente è quello inatteso, non programmato … Infatti non avete mai notato che quando vi “imponete” del sano shopping per rinnovare il guardaroba non trovate mai niente che vi soddisfi a pieno? Invece, guarda caso, proprio quando avete – scegliete nell’ordine :
- il portafoglio vuoto
- vi siete auto-promesse che per un po’ non avreste fatto shopping (conseguenza: la bancarotta)
- mille cose da fare
- l’amica che vi aspetta
- varie ed eventuali
trovate sempre quello che più vi piace! Io mi ero fissata su questo cappottino e quando si tratta di un articolo d’abbigliamento, accessori e/o borse, vedo rosso come i tori e non capisco più niente.
Così al primo Ovs della zona mi ci fiondo dentro pensando tra me e me: “Vedrai, non ho abbastanza soldi dietro, è matematico che lo trovo!”. Non so se è mai successo anche a voi, ma a me va sempre così: quando ho abbastanza soldi dietro non trovo mai niente. Epica la giornata di shopping dell’anno scorso con il mio fidanzato che per il mio compleanno mi aveva portato a fare spese (pagava lui) e incredibilmente non trovavo niente che mi piacesse :D assurdo! Alla fine mi decido ed entro dentro al negozio e come prevedevo lui era lì … l’ultimo, una 42 … ecco, lo sapevo: “Proprio oggi dovevo avere la fortuna di trovare l’ultimo capo, dell’ultima misura”. Apro il portafoglio e ogni vano della borsa sperando di poter racimolare qualche decina di euro – povera illusa – alla fine mi arrendo: lo devo lasciare lì. Sto per uscire quando mi viene l’illuminazione … la carta di credito! Un’illuminazione ben presto spenta dalla terribile realtà dei fatti: “Cavolo! Su quella posso spendere solo 50€ ... e il cappotto costa 80 !” Vado in cassa e chiedo se posso pagare metà carta e metà contante ma la cassiera mi guarda stralunata. Prego letteralmente in ginocchio la cassiera spiegandole che era l’ultimo, lo cercavo da tempo e che non abitando neanche in zona era complicato ritornare. Penso che se fossi stata al posto della cassiera avrei pensato: “questa è malata, è solo un cappotto”. Alla fine le faccio un po’ pena e chiama una collega che mi fa il pagamento metà e metà senza problemi ed esco trotterellando felice dal negozio pensando: “Mai più senza carta di credito!”.
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