E’ buffo come alcune parole in alcune lingue abbiano lo stesso suono delle nostre, ma in sé contemplino un significato diametralmente opposto. Il caso in questione è quello della parola russa кровать (leggi kravat’) che, a dispetto del suono, non vuol dire assolutamente cravatta, come un’ingenua come me tanti anni fa durante il suo primo soggiorno in Russia pensava, bensì letto, giaciglio. Eppure questi piccoli malintesi linguistici aiutano almeno a imparare delle differenze culturali che altrimenti rimarrebbero sopite nella nostra mente o nella totale incoscienza.
Ed è proprio dalla cravatta, nel senso di accessorio maschile, che voglio partire. Evoluzione obbligata di sciarpe, fusciacche e foulard, la cravatta è l’accessorio dell’uomo per eccellenza, che lo distingue (se sobria), che lo eleva di status (se griffata), che lo rende zimbello dell’occasione (se circense) o che lo rende semplicemente l’impiegato perfetto (se ordinaria). Su ulaola troverete una selezione di cravatte vintage che A.N.G.E.L.O. ha scelto di inserire nel suo shop di classe e dall’eleganza senza tempo, una firmata Emilio Pucci, e l’altra Hermes, il non plus ultra del must have maschile.
Eppure noi donne non contente, abbiamo deciso di impadronirci anche di quest’accessorio e farlo nostro a modo proprio. Come? A partire dall’utilizzo scanzonato su jeans e camicie sbottonate, fino alla rivisitazione in veste di cintura. E anche su ulaola troverete le scelte che stilisti come Coglione Style hanno deciso di applicare a questo accessorio inserendolo sulla borsa, anch’essa rieditata da una intera mise maschile, camicia compresa.
L’altra idea è proposta da Ramaya, sempre attenta al riuso/riciclo, che ha reinventato la cravatta in veste di collana, riconoscibile ma decisamente sui generis. Un’idea assolutamente da comprare, più che da copiare. E dove, se non qui su ulaola!