IMPERIA- Sentirsi un po’ come Mazzone quando se ne andò Baggio, o come Eriksson quando Mancini decise di chiudere la sua carriera. Sono le stesse sensazioni che certamente ha provato il grande tecnico Marco Capanna a Civitavecchia in occasione della finale per il terzo e quarto posto, vinta dalla sua squadra la Mediterranea Imperia. A fine partita infatti è circolata la voce che una delle più grandi giocatrici della storia della pallanuoto italiana Elisa Casanova aveva giocato il suo ultimo incontro. Una grande atleta che giunge a fine carriera come lei, non può che lasciare un vuoto in tutti: tifosi, compagne, tecnici, giornalisti ed appassionati. Tutti a tributarle un ringraziamento per i tanti anni di impegno e di classe così generosamente elargiti in tutte le piscine del mondo. Così anche un duro come Capanna ha voluto comunicarci il suo pensiero: “ Tante emozioni si sono susseguite in questo anno- ci ha detto Capanna- Positive, negative, ma sempre emozioni forti ed importanti che solo chi lavora per certi obiettivi può capire. Quando si fa un bilancio di fine stagione la prima cosa è capire se vi sono rimpianti sulla quantità del lavoro e l’abnegazione messa. Io sono orgoglioso di queste ragazze e le ringrazio perché mi hanno seguito in tutto e per tutto e lavorato come matte per un anno intero, l’ennesimo insieme, mettendosi in discussione come atlete e come persone. Ora arriverà il momento delle considerazioni tecniche, della pianificazione futura insieme alla società che mi dovrà ascoltare. Il mio pensiero primo, però, va a una persona speciale che posso dire di aver avuto la fortuna di allenare: Elisa Casanova. Sono lusingato di aver lavorato con lei e su di lei, un atteggiamento unico, un rispetto incredibile verso di me, il lavoro , le compagne e una qualità immensa.
Elisa sa ciò che penso di lei e quanto le sono legato e vicino insieme a tutte le ragazze che la adorano. Il silenzio sulla sua vicenda personale è stato voluto e doveroso, perché anche la riservatezza e la discrezione sono merce rara e preziosa. Non so se giocherà ancora (le porte con me sono sempre aperte) ma se, come sembra, la pallanuoto l’ha salutata a Civitavecchia credo che meriti l’alzarsi in piedi di tutti. Di una cosa mi sono accorto in questi due anni: non c’è stata una piscina in Italia e in Europa che all’annuncio del suo nome non sia scoppiata in un boato e ora che l’ho avuta capisco perché. Giocatrice capace di tutto, immarcabile, vera lottatrice dal sorriso sempre e comunque, collante in una squadra. Fortuna e lusso per un allenatore, ma sopra ogni cosa persona splendida che porterò per sempre nel cuore e al quale con le lacrime agli occhi posso dire grazie”.
Claudio Almanzi