Magazine Diario personale
Ok, non ho scoperto niente di nuovo. Il mondo è pieno di gente così e non piace a nessuno. Il fatto è che di fronte a tutto questo io mi lascio trascinare da un vortice di negatività che lévati. I miei problemi, piccoli e grandi che siano, si trasformano in giganti inaffrontabili; la luce, seppur fioca e in fondo al tunnel, si spegne irreversibilmente. Insomma, divento una stronza isterica e intrattabile: scenate di nervosismo, scenate di panico, scenate di pianto, tragedie. Mi ci vogliono ore per rimettere a posto i pezzi, ci vuole altro che l'Attack. Ogni volta, ogni santa volta, devo ricostruire da capo quella barriera di sano pessimismo che mi protegge da sempre e che, nonostante tutto, mi fa vivere serena. Parliamoci chiaro, non sarò mai un'inguaribile ottimista, di quelle "Domani è un altro giorno", "Domani si vedrà". Non esiste. Però non posso neanche lasciarmi trascinare nell'oblio del disfattismo da qualche battuta cretina, da qualche commento acido di gente frustrata e repressa. Ci sto lavorando, ma mi rendo conto di quanto sia difficile. E non so perché. In questi giorni di vacanza io e Luca abbiamo vissuto quasi in totale isolamento: casa, a pranzo dai suoceri, un salto dal nonno. E per quanto i nostri problemi siano sempre lì, riesco a conviverci con più serenità e meno angoscia. Gran parte del lavoro lo fa lui, Luca, che con la sua calma e pazienza dovrebbe fare non il diplomatico ma il negoziatore; gran parte però la fa anche il fatto di non avere intorno nessuno. Lo so, non si può vivere isolati dal resto del mondo, il confronto spesso può far nascere riflessioni positive. Io vorrei solo capire come attivare un filtro per selezionare all'entrata le cose che mi fanno bene e quelle che mi fanno male. Vorrei che la negatività che gli altri mi riversano addosso tanto per passare il tempo, gli rimbalzasse di riflesso contro. Esiste qualche trucco che non conosco?
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