La nuova tecnologia degli ultrasuoni per la produzione di biogas sarà uno dei temi di maggiore interesse di BioEnergy Italy 2014 (CremonaFiere 5-7 marzo 2014): troverà ampio spazio di conoscenza e approfondimento.
La tecnologia a ultrasuoni viene considerata la nuova frontiera in campo tecnologico negli impianti di biogas. In Germania gli impianti biogas che sono dotati di tecnologia ultrasuoni hanno ottenuto il 25% di biogas in più.
A BioEnergy Italy mercoledì 5 marzo 2014 alle ore 16:00 un workshop dedicato alla tecnologia a ultrasuoni BIOSONATOR “Incremento della produzione di biogas con il Sistema ad Ultrasuoni BIOSONATOR” organizzato dall’azienda Ecomembrane:
BIOSONATOR emette ultrasuoni in grado di distruggere nel mezzo trattato i legami chimici complessi portando ad una notevole riduzione delle dimensioni medie delle particelle, fenomeno non ottenibile con i comuni sistemi meccanici di triturazione.
ECOMEMBRANE si occupa da oltre 20 anni della produzione di componenti innovativi nel campo ambientale e del risparmio energetico. In particolar modo l’azienda è specializzata nella realizzazione di componenti per impianti che utilizzano il biogas come fonte energetica.
Inoltre, a BioEnergy Italy 2014 parteciperà con il suo stand l’azienda tedesca Weber Entec GmbH che è impegnata nella realizzazione e nella applicazione degli ultrasuoni sugli impianti di biogas.
Il direttore generale dell’azienda Weber Entec GmbH Christian Eichhorst spiega:
“Questa tecnologia ha dimostrato di garantire un maggiore rendimento del biogas prodotto perché praticamente tutta la biomassa viene utilizzata.
Oggi qualsiasi biomassa può essere trattata dalla macchina a ultrasuoni e addirittura possiamo affermare che tanto è difficile il materiale da trattare, tanto migliore è il risultato che si ottiene perché nell’operazione di sminuzzamento vengono eliminate quelle sostanze dannose che possono pregiudicare la resa produttiva del biogas. Si tratta di una tecnologia molto versatile, che montata su un impianto non nuovissimo permette all’operatore di verificare immediatamente la sua efficacia attraverso il confronto tra il prima e il dopo.
Grazie agli ultrasuoni la biomassa viene sminuzzata, le sostanze dannose in essa contenute vengono eliminate e il processo biologico del digestore è facilitato e accelerato.
Gli ultrasuoni sono onde sonore meccaniche che sono già state impiegate in numerosi ambiti industriali e sanitari.
In Germania l’utilizzo degli ultrasuoni ha garantito il 25% di rendimento di biogas in più rispetto a impianti che ne erano sprovvisti. Mediamente per un impianto da 1 MW di potenza installata si può parlare di un investimento vicino ai 110mila euro, ma il ritorno che se ne ricava può giustificare ampiamente questa spesa”.
In Italia sono ancora poche le aziende agricole che si sono dotate di questa tecnologia, anche perché stiamo parlando di qualcosa di relativamente nuovo. L’interesse si sta comunque diffondendo e in un’ottica di investimento ben pianificato quello che Eichhorst definisce “un business molto positivo” è destinato a trovare terreno fertile.