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Imposta di soggiorno: perché attuarla a Menfi.
Articolo a cura di Alfonso Fiumarella (referente del Big Bang Menfi).
Iniziare un ragionamento utilizzando la parola imposta, lo so, fa venire i brividi di questi tempi ma non preoccupatevi non riguarda direttamente voi cittadini menfitani che leggete.
L’imposta di soggiorno, detta anche tassa di soggiorno, è un’imposta di carattere locale applicata a carico delle persone che alloggiano nelle strutture ricettive di territori classificati come località turistica o città d’arte.
Si determina per persona e per pernottamento ed è articolata in maniera differenziata tra le strutture ricettive presenti in modo da tener conto delle caratteristiche e dei servizi offerti dalle medesime e del prezzo.
Menfi, anche se ancora non esprime a pieno le sue potenzialità ricettive, è una località turistica siciliana che viene scelta soprattutto dalle famiglie e dai turisti enogastronomici.
Certamente il mare pulito, i buoni prodotti tipici, la tranquillità e i nostri vigneti sono le attrattive maggiori di questa località turistica dove l’uomo (pubblico e privato) ha svolto il solo compito di preservare non dando qualche altro impulso volto al raggiungimento di una maggiore capacità attrattiva.
Molti si pongono la domanda: Come possiamo chiedere un’imposta di soggiorno se non offriamo servizi?
Nella domanda è insita la risposta, mi verrebbe da dire, infatti, partendo dal presupposto che già il Comune di Menfi si occupa dei servizi essenziali, il ricavato da questa imposta potrebbe esser importante per un primo e serio impulso ai servizi.
Esempio lampante è quello del Comune di Sciacca che ha dato il via libera all’imposta di soggiorno nel gennaio 2013.
A fine anno le risorse accumulate sono state di 600 mila euro, utilizzate solo a favore dei servizi turistici, così come previsto da un apposito regolamento.
Sono stati utilizzati per pagare servizi che prima erano inseriti nel bilancio comunale, tra cui 222.680 euro per la scerbatura; 132.410 euro per la pulizia delle spiagge; 89.525 euro per l’assistenza bagnini; 15.000 euro per promozione turistica; 71.000 euro per manifestazioni turistiche; 20.000 euro per spese Siae (fonte: La Sicilia del 24.8.14).
Il Comune di Sciacca è quindi riuscito ad organizzare manifestazioni di intrattenimento estivo e affrontare i costi di numerosi servizi utilizzando i proventi dell’imposta di soggiorno.
L’imposta di soggiorno nel 2012 regolamentata dal Comune di Sciacca (soggetta poi a modifica nel 2013) prevedeva il pagamento: di 3,50 euro per le strutture ricettive e alberghiere a 5 e più stelle; di 1,50 euro per le strutture ricettive e alberghiere a 4 stelle; di 1,00 euro per le strutture ricettive e alberghiere a 3 stelle; di 0,50 euro per le strutture ricettive extralberghiere di qualunque tipologia ricettiva, campeggi, villaggi turistici e per tutte le altre tipologie non soggette a classificazione.
Perché non farlo anche a Menfi? Perché non provare a dare questo impulso?
Giustamente, come fatto a Sciacca, si dovrebbe indicare un’imposta di soggiorno che sia determinata sulla base delle strutture presenti nel territorio (Menfi, dai dati dell’Ufficio Provinciale Turismo, ha un totale di 1623 posti letto) differenziata sulla base dei servizi che tali strutture danno ma soprattutto indicare una sicura destinazione dei proventi.
Occorre un regolamento dettagliato che deve prevedere anche delle esenzioni, come per esempio: gli iscritti all’anagrafe del Comune di Menfi, i minori entro il 12° anno di età, i portatori di handicap non autosufficienti ed il loro accompagnatore, coloro che prestano attività lavorativa presso qualsiasi struttura ricettiva presso il Comune di Menfi.
A mio avviso questa imposta non sarà per i proprietari o gestori di strutture ricettive un peso poiché con un utilizzo trasparente e mirato dei proventi si potrà migliorare l’offerta turistica con nuovi servizi e quindi avere un ritorno nel breve periodo.
E se pensiamo di unire i proventi dell’imposta di soggiorno a quelli dei posteggi a pagamento il gruzzoletto da rinvestire con specifiche finalità potrebbe esser maggiore dando così un maggior ritorno.
Il mio è un punto di vista, forse semplicistico, forse non risolutivo, che definisce un modo per avere risorse economiche per il rilancio dell’offerta turistica.
Ora c’è da vedere cosa pensa l’amministrazione e soprattutto la classe politica menfitana in rappresentanza della collettività.
E’ una scelta che deve avere un fine preciso: il turismo! Ne siamo capaci?
di ALFONSO FIUMARELLA
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Alfonso Fiumarella