Qualcuno potrà considerare sorprendente o fuori luogo che il torquemada Befera se ne esca dicendo che in effetti c’è l’evasione da sopravvivenza. Strano che non se ne sia accorto prima quando per una multa per divieto di sosta non pagata si rischiava la casa, tanto più che Equitalia di cui è presidente, oltre che direttore dell’agenzia delle entrate, non ha mai colpito l’evasione propriamente detta, la quale per sua natura è nascosta, ma solo il mancato pagamento di balzelli accertati e dunque prevalentemente le persone in difficoltà. Però è ancora più strano che una simile rivelazione venga dopo il recente assestamento di governo accomodatosi dentro la soffice prefigurazione di una neo Dc.
Con i conti in rosso da tutte le parti e l’imminente raffica di nuovi prelievi fiscali, la dichiarazione di Befera potrebbe apparire come un’incongrua invocazione di tregua, come il tremolio sull’accetta del boia mentre invece è un messaggio che viene lanciato dal governo agli evasori reali, una specie di patto occulto come quello che la vecchia Dc siglò alla fine degli ’60 quando cominciava seriamente a temere di perdere la “centralità” dentro il sistema politico. Era un modo per collegarsi al boom delle piccole attività in proprio, ignorando le conseguenze che, col tempo, ne sarebbero derivate e cioè la nascita di un’intera economia dipendente dall’evasione con enormi impatti materiali e morali sull’intera società italiana.
Adesso ci risiamo: il duo democristiano Alfano – Letta, smuove i grand commis dello stato per mandare messaggi dello stesso tenore nella speranza che ci credano, perché non siamo più in periodo di crescita e ormai la frittata è stata fatta firmando tutto ciò che suggerivano Frau Merkel e il signor (si fa per dire) Draghi. Non solo, c’è anche il Pd che sta cominciando a comprendere come il declino di Berlusconi sia un bel colpo anche per lui e così ordina emendamenti – regolarmente bocciati dai piddini delle commissioni bilancio e finanze per inammissibilità di materia o impossibilità contabile – che pasticciano sull’Imu nell’ìintento di illudere su un rientro dell’aumento dell’Iva almeno per quest’anno (per l’anno prossimo nemmeno ci si prova): si tratta di emendamenti di bandiera volti a creare l’impressione che il Pd tenti di correggere un governo che ormai poggia quasi interamente sulle sue spalle non si sa bene se irrobustite o indebolite dai transfughi di Silvio. Cose purtroppo non ignote alla politica italiana, ma che di fronte al disastro economico e all’impoverimento assumono un carattere surreale e farsesco. Così il sistema politico lascia le imposte ai cittadini e tiene per sé le imposture. Per equità naturalmente.