Magazine Opinioni
"Questo lo devi scrivere!"
Sto lì col peggior taccuino che sono riuscito a trovare in casa, armato di una matita Ikea e appunto l'ultima cosa che Gaia mi ha detto. "Sono una libera professionista, anzi, posso dire di essere un'imprenditrice. Mi sento così, come se fossi la manager di me stessa." Le dico che non voglio fare lo scribacchino e prendere nota di tutto quello che dice, sono sicuro che ricorderò perfettamente tutto quello che verrà fuori da questa conversazione. "Ma a me fa piacere!" e le scappa un sorriso.
Gaia è una escort, lavora tramite annunci on-line.
L'appartamento in cui riceve è ben tenuto, ordinato, si vede che è stato ristrutturato da poco. Mi fa accomodare in cucina, accetto volentieri un bicchiere d'acqua. L'idea che avevo in mente era quella di fare una chiacchierata per avere il suo punto di vista sulla condizione delle donne che svolgono questo mestiere in Italia. Le chiedo se ha paura. "Il tuo nome è su internet, dove potenzialmente chiunque può arrivare a te. Ogni volta che apri la porta non puoi sapere chi troverai. Non ti spaventa neanche un po'?" Mi lancia un'occhiataccia "Non vorrai mica portarmi sfortuna!" ed io non so bene dove nascondere la testa, ma per fortuna mi toglie dall'impaccio. "Nessuno si è mai azzardato a mancarmi di rispetto. Gli uomini che vengono qui sono gentili e ben educati. Se viene qualcuno che non mi piace, non ho problemi a farlo andare via. Ci sono giorni in cui spengo il telefono, giorni in cui ricevo una persona e poi basta. Forse ho sviluppato una sorta di sesto senso, non ti saprei dire." Gaia ci tiene a dirmi che la sua vita è normalissima. Ha un ragazzo con cui si trova molto bene e sogna semplicemente di sistemarsi e magari di andare a vivere da qualche parte con lui. Dai suoi gesti si riesce quasi a percepire questa determinazione, costruisce un quadro esatto dove riesce ad inserire tutti i tasselli della sua vita. "Per fare questo lavoro ci vuole il cervello, è facile cadere nel baratro senza rendersene conto. E quello che frega di più le ragazze, in questo mestiere, è la solitudine. Quando si è sole e con tanti soldi, la tentazione di fare qualche cazzata è sempre dietro l'angolo. C'è chi si perde nel gioco, chi nella droga, e chi cerca di comprarsi gli uomini che non riesce ad avere perché magari si è innamorata." Il discorso si fa completamente diverso quando si tratta di ragazze costrette a prostituirsi. Gaia è molto precisa nel farmi capire il terrore che vivono quotidianamente le donne sfruttate e buttate per strada. In molti casi la violenza comincia già durante l'adolescenza, un misto di terrore psicologico e crudeltà che inevitabilmente creano una gabbia dove non esiste via di fuga possibile, dove il pensiero fisso diventa quello di una precisa quota di soldi da raggiungere a fine serata, come se fossero parte di una catena di montaggio. "Chiuse in una stanza, violentate a turno da decine di uomini, lasciate senza mangiare per una settimana. Capisci bene che poter farsi avanti, denunciare e far arrestare chi le sevizia diventa quasi impossibile." Secondo Gaia non si fa abbastanza, troppo spesso viene chiuso un occhio di fronte al dramma di queste ragazze, lasciate sole e senza alcuna speranza di poter uscire da questa schiavitù.
Perché di schiavitù si tratta.
Parlo a Gaia delle donne che vengono uccise ogni anno in Italia, di femminicidio e di violenza di genere. Lei non conosce il termine, ma cerco ugualmente di spostare il discorso su questo tema. "Non è possibile individuare una causa comune. Certo, possono esserci dei fattori culturali in gioco, un clima favorevole che incentiva la prepotenza e provoca la subordinazione delle ragazze ai propri compagni. Resta il fatto che ogni caso è diverso. Può essere un comportamento sviluppato in famiglie dove la violenza è all'ordine del giorno, ma può anche nascere improvvisamente in persone che non hanno mai avuto situazioni difficili. Questo non si può sapere, ma al minimo accenno di follia bisogna essere determinate e lasciare." Si alza per andare a prendere le sigarette e tornando me ne offre una. Mentre fumiamo continua a parlare. "Le donne a volte sono delle grandi cretine. Pensano di poter cambiare gli uomini con tutti i loro difetti. A volte sono fortunate, altre volte, pur di non abbandonare la persona che sentono di amare, diventano vittime di ogni genere di sopruso, dalle sgarbatezze fino alle violenze fisiche. E non posso dire che il carcere sia la soluzione giusta per queste persone. Andrebbero seguite in centri specifici, in galera possono solo peggiorare. Quante volte è successo che, scontata la pena, tornassero ad uccidere?"
Il numero di Gaia è su diversi siti per escort. Quello che forse non sa è che sono altrettanto numerosi e frequentati i forum dei clienti che si scambiano opinioni sulle ragazze. Scrivono recensioni dettagliatissime, dove viene schedata ogni ragazza e dove gli utenti possono aggiungere la propria esperienza senza omettere nessun dettaglio. Una sorta di scambio di figurine. Secondo Gaia anche questa non è una novità, anche le ragazze discutono degli uomini quando sono tra di loro. "Sì, ma qui non si tratta di un po' di amici, ma di chiunque."
A Gaia non interessa. Le dico che forse è meglio così.
n.b.
(Gaia è solo un nome che mi piace, non è né il nome con cui lavora, né quello reale.)
Alessio MacFlynn
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