Impresa Corini: si riparte con lui?

Creato il 14 maggio 2014 da Ilnazionale @ilNazionale

14 MAGGIO – Corini e i suoi ragazzi ce l’hanno fatta. Hanno raggiunto l’obiettivo della salvezza e il Chievo, l’anno prossimo, disputerà il tredicesimo campionato in serie A  della sua storia. Una piccola impresa per il tecnico di Bagnolo Mella, che tanto piccola, a dire il vero, non è. Giunto a novembre per sostituire Sannino (complice, ma non unico responsabile, di un inizio di stagione a dir poco disastroso), Corini ha recuperato pian piano posizioni e dopo un intero girone di ritorno in cui è riuscito ad ottenere alcune importanti vittorie negli scontri diretti (Catania, Genoa, Livorno) ha colto l’ultima fondamentale vittoria domenica scorsa a Cagliari, contro i rossoblù di Pulga.  La contemporanea vittoria del Catania a Bologna ha contribuito a sancire la matematica salvezza e domenica prossima, contro l’Inter, il popolo clivense potrà festeggiare una serena serata di festa. Sarà forse l’occasione per vedere in campo anche qualche giocatore che ha giocato meno (Paredes, Claiton, Bernardini, Lazarevic, Calello, etc.). Poi il sciogliete le righe e il balletto “Corini si, Corini no” che ha già allietato (si fa per dire)  il post campionato l’anno scorso e che vedremo, probabilmente, anche quest’anno. Di certo, a nostro avviso, Corini meriterebbe di poter iniziare un campionato fin dalla preparazione estiva, poter influenzare le scelte di mercato e giocarsi le proprie chance dal principio di una stagione. Il tecnico ha già dimostrato, nel bene e nel male e per due campionati consecutivi, di saper portare a termine un compito cogliendo due salvezze complicate, la seconda più della prima. Certo qualche perplessità quest’anno è nata (la gestione dello spogliatoio, il modulo con la difesa a 5 che non ha mai convinto), ma nel complesso ha saputo raddrizzare la baracca e ottenere i risultati che la dirigenza gli chiedeva. E’ uomo intelligente, in grado di imparare dai propri errori.  Eppure pare che nonostante ciò ci siano perplessità sulla sua riconferma. Ma ci sarà tempo per parlarne.

L’ideale abbraccio di Corini al popolo gialloblù

Di certo le valutazioni dovranno concernere anche (e speriamo, soprattutto) gli errori commessi in fase di impostazione, la scorsa estate. Con serenità, ma anche severità. Mai come nel 2013-2014, infatti, il Chievo ha rischiato di retrocedere e se si vuole evitare di rivivere una stagione tormentata come quella che si chiuderà domenica sera si dovrà ricostruire ben più di mezza squadra e porre le basi per un nuovo ciclo. Onestamente quest’anno il Chievo si è salvato (lo ricordiamo, a 33 punti) solo grazie alla disarmante scarsezza di Bologna (privo, da gennaio, del suo uomo migliore: Diamanti) e Livorno e del tardivo risveglio del Catania. In altri campionati alla stessa quota sarebbe retrocesso e se quest’anno è andata bene, non si può sempre fare affidamento sugli altri. Anche perchè il Chievo, nella sua storia, non lo ha mai fatto. Ha sempre contato sulle proprie forze e quando si è salvato lo ha fatto  lottando con le unghie e con i denti e gettando sempre il cuore oltre l’ostacolo. Ma in passato i mezzi tecnici della squadra erano sicuramente superiori. A partire da un centrocampo che comunque poteva contare, anche nelle annate meno entusiasmanti, su interpreti di spessore più elevato rispetto a quello che si è potuto schierare quest’anno. Non ce ne vogliano i vari interpreti della mediana gialloblù…ma i Bradley e i Constant (e non stiamo parlando di campioni, anzi…) erano comunque un’altra cosa.

Il decisivo gol di Dainelli a Cagliari dal sito www.unionesarda.it

Una volta risolta la “questione” allenatore, si dovrà allestire una rosa competitiva, pur facendola conciliare con le esigenze di budget. Vendere quei due o tre pezzi pregiati (Rigoni? Thereau?), confermare alcuni fra gli uomini che si sono ben comportati quest’anno (Dainelli, Radovanovic, Paloschi) e rinnovare in generale nei tre settori per riproporsi a buoni livelli. Sia chiaro: la dimensione del Chievo è quella evidenziata quest’anno e probabilmente non sarà l’unico campionato in cui l’obiettivo della salvezza viene raggiunto alla penultima giornata. Ma a volte basta davvero poco per ritrovare l’entusiasmo di epoche passate. Basterebbe puntare, magari, anche su qualche buon giovane in più (a proposito: perchè non “promuovere” qualche elemento della meravigliosa Primavera di Nicolato in prima squadra?) per risparmiare soldi preziosi e riuscire successivamente, dopo averlo valorizzato, ad ottenere importanti plus valenze in grado di far ripartire la “macchina” di Sartori, che pare da qualche stagione essersi inceppata.

 Ernesto Kieffer

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