29 SETTEMBRE – Dopo il rocambolesco e tutto sommato convincente pareggio interno con il Genoa, il Verona si è presentato a Roma privo di ben sette titolari – nella consueta rifinitura alla già lunga lista si sono aggiunte le impreviste defezioni di Christodoulopoulus, Agostini e Rafa Marquez – ma fermamente deciso a “giocarsi” tutte le carte a propria disposizione. Contro la forte corazzata guidata da Rudy Garcia, i gialloblù hanno resistito per oltre settantacinque minuti, sfiorando l’impresa e ”rischiando” quasi di rovinare il compleanno di Francesco Totti, che giusto sabato ha soffiato sulla torta con trentotto candeline. Per la quasi proibitiva trasferta in terra giallorossa, Mandorlini ha optato per uno schieramento attento e guardingo, nell’intento di chiudere tutti gli spazi a disposizione di Totti & c. senza tuttavia rinunciare ad “offendere” qualora se ne fosse presentata l’occasione. Una scelta che a qualcuno può essere apparsa discutibile, ma che mi ha trovato – e credo di non essere il solo – tutto sommato d’accordo. Quando ti trovi ad affrontare compagini come lo squadrone giallorosso, per di più fuori casa, la vera tattica “suicida” è senza dubbio quella di pensare di giocarsi l’incontro a viso aperto.
La disposizione tattica del tecnico gialloblù, accuratamente preparata nelle consuete sedute a “porte chiuse” nel ritiro blindato di Peschiera, si è dimostrata invece “quasi” vincente tanto che i giallorossi per tutto il primo tempo non si sono quasi mai resi pericolosi dalle parti di Gollini – l’ennesima felice intuizione di Sogliano che potrebbe aver forse trovato il portiere gialloblù del futuro – rischiando invece di andare in svantaggio con due palle gol capitate sul piede di Juanito Gomez, incapace in entrambe le occasioni di capitalizzarle a dovere. Nella seconda frazione gli uomini di Garcia hanno invece iniziato a spingere sull’acceleratore, rinvigoriti soprattutto dall’entrata dell’ivoriano Gervinho – “er tendina” come lo chiamano a Roma è stato oggetto di turnover in vista dell’impegno di Champions contro il Manchester City – ma sono riusciti a trovare la rete del vantaggio solo con una rasoiata da fuori area di Florenzi, abile a sfruttare un errore in appoggio di Tachtsidis, fino a quel momento monumentale pilastro del centrocampo gialloblù.
Prima che il Verona cercasse di abbozzare almeno una reazione, quando mancavano meno di dieci minuti al fischio finale di Russo – direzione di gara la sua che ha destato più di una perplessità – è arrivato purtroppo l’eurogol di Mattia Destro che, quasi da centrocampo, ha “uccellato” il povero Gollini e messo la parola “fine” all’incontro. L’Hellas visto all’Olimpico è comunque piaciuto, ha disputato una buon match e con un pizzico di fortuna avrebbe anche potuto passare in vantaggio. Mandorlini, nonostante l’emergenza dettata dalle numerose assenze, ha dimostrato di saper abilmente utilizzare al meglio l’ampia e valida rosa costruita da Sogliano e alla fine per poco il campo non gli dava ragione fino in fondo. L’unico rammarico è forse quello che in partite come questa, che magari poi rischi comunque di perdere, forse varrebbe la pena osare un po’ di più, alla ricerca del risultato di prestigio. Comunque quello che più conta è aver visto una squadra in salute, capace finalmente di giocare con personalità una partita contro una dichiarata pretendente alla vittoria finale. E’ arrivata una sconfitta, questo è vero, ma i segnali visti all’Olimpico sono molto confortanti, soprattutto in vista del proseguo della stagione.
Il prossimo turno casalingo ci riserva il match contro il Cagliari, reduce dalla roboante vittoria esterna di San Siro contro l’Inter, dove potrebbe finalmente scoccare l’ora di Nico Lopez e Saviola, impazienti di mettere la loro firma sul campionato gialloblù. Il mister gialloblù in cuor suo forse ci sta già pensando. Zeman e le sue truppe sono quindi avvisate….
Enrico Brigi
twitter @enrico_brigi
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