Da una parte: il passato coloniale dell'Italia in Libia, la tradizione dei rapporti tra i governi italiani succedutisi nel tempo e Gheddafi con il suo apice nel rapporto personale-affaristico di Berlusconi. Dall'altra parte: l'appartenenza dell'Italia ad una comunità internazionale che decide d'intervenire solo in determinati contesti lasciandone altri al loro triste destino, che fino a ieri ha venduto armi ad un regime dittatoriale per decidere ora di farla finita (con quel regime). Qualunque fosse stata la decisione del governo italiano, non sarebbe cambiata - come non è cambiata - l'immagine gregaria e impresentabile del nostro Paese, immortalata nella solitaria ascesa di Berlusconi alla scalinata dell'Eliseo nel vertice di sabato scorso a Parigi. Se c'è rimasto un po' di rispetto lo dobbiamo al Presidente della Repubblica.
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Da una parte: il passato coloniale dell'Italia in Libia, la tradizione dei rapporti tra i governi italiani succedutisi nel tempo e Gheddafi con il suo apice nel rapporto personale-affaristico di Berlusconi. Dall'altra parte: l'appartenenza dell'Italia ad una comunità internazionale che decide d'intervenire solo in determinati contesti lasciandone altri al loro triste destino, che fino a ieri ha venduto armi ad un regime dittatoriale per decidere ora di farla finita (con quel regime). Qualunque fosse stata la decisione del governo italiano, non sarebbe cambiata - come non è cambiata - l'immagine gregaria e impresentabile del nostro Paese, immortalata nella solitaria ascesa di Berlusconi alla scalinata dell'Eliseo nel vertice di sabato scorso a Parigi. Se c'è rimasto un po' di rispetto lo dobbiamo al Presidente della Repubblica.
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