Il mio non vorrà essere una recensione ma non ci andremo lontani, voglio solo darvi il mio parere per un titolo a cui io tengo molto come saga in generale che mi ha preso veramente in questi anni anche con i suoi difetti e quant’altro.
La versione da me provata è quella Ps4.
Ubisoft ha tentato il grande passo, fare il salto generazionale su un hardware inesplorato per la serie, con un nuovo motore, una rivisitazione delle meccaniche di gioco e naturalmente…un nuovo periodo storico, ricco e vibrante. Assassin’s Creed Unity è questo salto nel mondo della nextgen e con esso le responsabilità del team e le aspettative dei fan si scontrano come due giganti! Andiamo a vedere chi resterà in piedi…. Dopo un’introduzione sibillina in cui vediamo il ritorno della Abstergo Industries a tessere le trame di un complotto di dimensioni globali (dietro al progetto Helix), eccoci proiettati nella vita del protagonista,Arno Vincent Dorian, un rampollo di famiglia benestante al quale viene ucciso misteriosamente il padre durante un incontro di “lavoro”. Adottato dal signor De la Serre, fa una vita scapestrata e cresce in contatto con Elise de la Serre (figlia del suo padre adottivo). Nelle prime ore di gioco un’impennata di eventi ci porterà a ficcarci nei guai, accusati di un delitto di cui non siamo colpevoli e quindi, portati alla Bastiglia. Dritti in galera. Dalle stelle alle stalle. Qui Arno, sconfitto e amareggiato, fa la conoscenza di Pierre Bellec (lascio a voi il piacere di scoprire il suo ruolo) che vede in lui abilità combattive e speciali capacità di concentrazione che farebbero di lui un perfetto Assassino.
La Rivoluzione Francese è senza dubbio un periodo azzeccato per mettere in scena un’ottimo intreccio data la ricchezza in termini di eventi storici che il periodo ha regalato alle pagine dei libri di Storia. Racconti di tradimenti, di passioni, di sangue, di rivolte e rivoluzioni, di persone estremamente ricche e potenti e di persone nella povertà più nera. La Parigi dell’epoca era intrisa di mistero, di sette segrete, di profezie e di personaggi più o meno conosciuti che ne hanno scritto le vicende tessendo le loro trame nell’ombra, ed è quindi una scelta azzeccata quella di Ubisoft. Parigi è una città immensa, con tanti quartieri ben diversi fra loro, con un sacco di edifici da esplorare anche all’interno (uno su quattro è arredato e popolato), con catacombe, sistema fognario e passaggi segreti (l’equivalente odierno di una metropoli) e il gioco si svolgerà tutto sul suo territorio: niente navi (giocatevi AC:Rogue o il buon Black Flag per intrepidi abbordaggi!), niente corse a cavallo o spostamenti tra location distanti fra loro (esclusi i fast travel)…la Cité concentra tutte le nostre attività. Parigi è stata ricostruita in scala 1:1 veramente bene fatta.
Un’altra cosa che balza all’occhio è la densità di personaggi non giocanti, a volte delle folle inferocite (utili anche per nascondersi dai gendarmi) o più semplicemente un sacco di passanti intenti in ogni attività possibile (gruppi che conversano, coppie passeggiano, qualcuno vende, qualcuno ripara le ruote di un carro in panne, qualcuno chiede l’elemosina, qualcuno si fa lustrare le scarpe, qualcuno litiga e qualcuno ruba…), rendendo la metropoli la città più viva che io abbia mai visto in un videogioco.
La componente Cooperativa a 4 giocatori non è stata giocata ancora da me quindi non vi darò un giudizio.
Ridisegnato è anche l’approccio stealth, con un bottone dedicato ai movimenti furtivi (LT) e con un aggancio migliorato alle coperture (premendo A); l’occhio dell’aquila ora è una funzionalità che si ricarica nel tempo e funziona come un radar che ci aiuta a capire come sono posizionati i nemici e quindi come aggirarli per non ingaggiare apertamente un conflitto. Le bombe fumogenere e le personalizzazioni della componente furtiva incentivano i player che vogliono usare più materia grigia per superare situazioni spinose e questo non può che essere una nota positiva; per tutti gli altri anche i combattimenti sono una buona opzione, a patto di essere adeguatamente potenziati e di saper padroneggiare attacchi, parate e schivate simultanee (come Batman Arkham ci ha insegnato).
Purtroppo non sono sparite del tutto le lacune di IA tipiche della serie: nemici che a volte non attaccano e rimangono “incastrati”, la corsa spesso interrotta perchè il protagonista si aggrappa dove non dovrebbe o non trova correttamente l’appiglio successivo….insomma, siamo di fronte, da questo punto di vista, alle solite magagne tipiche di assassin’s creed. Se questo per Ubisoft doveva essere il punto di svolta, forse avrebbero dovuto impiegare un impegno extra a debellare definitivamente queste piccole imperfezioni che credevamo ormai legate al passato.
Infine posso dire che la densità della popolazione parigina dona una vitalità mai vista prima e quindi Unity si conferma uno degli Assassin’s Creed più belli a vedersi finora.
Nota sulla patch: Ubisoft dichiara di essere coscente dei bug/glith presenti del gioco e assicura una patch correttiva che coinvolge i tempi di caricamento, il matchmaking delle partite coop, diverse compenetrazioni poligonali e i cali di framerate. Al momento il voto deve tener conto di quanto “sul piatto”, ma credo che questa promessa del team di sviluppo alzerebbe l’asticella di qualche punto una volta realizzata.