Ah sì, ovviamente ringrazio la PFM per il titolo di questo mese.
Il mese è iniziato con una gita a Torino per librerie con Claudia di Il giro del mondo attraverso i libri, ragazza e blog splendidi, oltre che canavesani come me. Ed è bello quando il virtuale diventa reale e ti permette di conoscere delle belle persone. Per il resto, a livello di eventi settembre è stato un mese un po’ smorto, almeno per quanto mi riguarda. Non sono andata né a Sarzana al Festival della Mente, né a Mantova né a Pordenonelegge. Tutti e tre con grande rammarico, ma sappiamo tutti che tra il dire e il fare c’è di mezzo la pigrizia e la mancanza di accompagnatori a cui infliggere il supplizio di sopportarmi durante un festival letterario (ok, e un po’ anche la distanza).C’è stata però una cosa molto bella sulla pagina Facebook collegata al blog, ovvero una mega partita rampante a Trivial Pursuit Letterario. Abbiamo cambiato un po’ le regole, che giocare a distanza con un tabellone è difficile, trasformandolo in un semplice gioco a quiz, in cui io ponevo le domande e gli altri dovevano rispondere. È stato un grande casino, passatemi il termine, tra pagine aggiornate compulsivamente e domande a volte incomprensibili, ma alla fine mi sono divertita un sacco (e spero anche gli altri… perché a breve lo rifaremo).
Veniamo alle letture. Il mese di settembre è stato ricco di libri e di recensioni qui sul blog. Sto leggendo tanto in questo periodo, un po’ come sempre perché mi piace, un po’ per far fronte alla noia da lavoratrice freelance part-time (qualche lavoro c’è, ma poco poco). Potrei stirare, certo, ma vi pare che spreco tempo a togliere le pieghe da qualcosa che tempo due giorni e le avrà di nuovo per rinunciare a leggere?
Manca Pennac, perché me l'avevano prestato e l'ho già restituito
Il mese è iniziato con Daniel Pennac e il suo Storia di un corpo, edito da Feltrinelli. Un libro molto bello, sull'evoluzione e i cambiamenti del corpo del protagonista nel corso degli anni e di come questi cambiamenti possano raccontare una vita.Dopo è toccato all’Odore della polvere da sparo di Attilio Coco, delle edizioni Spartaco. Un libro sulla storia d’Italia del secondo dopoguerra un po’ diverso dal solito, raccontato attraverso lo sguardo di un uomo che prende parte solo marginalmente alle rivendicazioni politiche e sociali.La lettura successiva è stata molto breve: Spaghetti, cozze e vongole, un raccontino di Nicola Lagioia pubblicato da Slow Food Editore. Il racconto in sé non è niente di che, ma mi è piaciuto questo piccolo libricino per le aggiunte sul fondo, con la storie delle cozze e delle vongole.Poi è arrivato Quim Monzò, con la sua raccolta di racconti Olivetti, Moulinex, Chaffoteaux et Maury, edita da Marcos y Marcos e l’unica che ancora mi mancava. Descrivere i racconti di Monzò in poche parole è difficile: racconti di persone normali, persone che potremmo essere noi, che virano poi verso un finale inaspettato.Da lì siamo passati a José Saramago e al suo Lucernario, pubblicato da Feltrinelli. Primo romanzo di Saramago, ma uno degli ultimi a essere pubblicati. Lo stile è diverso rispetto agli altri, al punto che viene da chiedersi cosa sia cambiato dopo questo libro. Però è un libro bellissimo.Poi siamo tornati in Italia con Alessio Mussinelli e il suo Nemmeno Houdini, edito da Fazi. Un libro molto divertente, ambientato in un paesino sul lago e con protagonisti i suoi particolari abitanti. Leggero e intelligente al tempo stesso.Subito dopo è stato il turno di Hugo e Rose di Bridget Foley, inviatomi da e/o. Lo specifico, questo, mentre con altri non l’ho fatto, per giustificare in qualche modo la presenza in rete di tantissime recensioni di questo libro su blog e youtube nel giro di pochi giorni. Troppe addirittura. Al punto che forse, se avessi saputo di questo lancio promozionale così massivo tramite blogger, forse avrei rifiutato. Per carità, il libro è bello, anche se con qualche remora da parte mia, però ecco non sono così convinta che mille recensioni in un mese gli diano il giusto onore (non sarebbe meglio inviarli più dilatati nel tempo i libri ai blogger, così da dare al libro una visibilità più duratura?).Naif.Super di Erlend Loe è arrivato invece quasi per caso. Iperborea un giorno ha messo in offerta una vasta selezione di suoi libri in ebook e io ho scelto basandomi solo sulla copertina. E questa volta mi è andata davvero bene, perché è proprio un gran bel libro.Le ultime due letture sono state Delitto ai grandi magazzini di Cortland Fitzsimmons, un giallo vecchio stile, molto onesto, della collana I Bassotti di Polillo editore, e quello splendore di Quello che hai amato, raccolta di racconti a cura di Violetta Bellocchio, edito da Utet, in cui undici donne e scrittrici italiane hanno raccontato undici storie vere della loro vita. Molto, molto intenso.In realtà ce n’è stato anche un altro: Miracolo in libreria di Stefano Piedimonte. Non l’ho recensito, però, perché la rabbia nei confronti del suo formato ha preso il sopravvento sulla storia in sé, generando il post Ci vedo e se non ci vedessi metterei gli occhiali.
E ottobre? Beh, ora sto leggendo Un posto al mondo di Wendell Berry che è stupendo, forse ancor più dei due precedenti di Berry. Non so bene cosa leggerò dopo. Poi ci sarà Portici di carta a Torino e il festival I luoghi delle Parole a Chivasso. Nel mezzo lettore rampante e fratello rampante parteciperanno a un’esposizione di Lego in un paese qua vicino e credo che proprio che vi racconterò anche di quello.
E il vostro settembre come è stato?