Buongiorno e bentornati per questo nuovo articolo della serie “Impressioni Letterarie”.
Il libro di cui voglio parlarvi oggi, più che un libro unico è una serie di libri, che però possono tranquillamente essere accorpati nella raccolta intitolata “Le Cronache di Narnia”.
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Questo romanzo fantasy è tornato alla ribalta qualche anno addietro, quando sono stati prodotti tre film ispirati a tre libri della serie, ma per quanto fossero fatti piuttosto bene, devo dire di essere rimasto particolarmente deluso dalla frammentarietà che li ha caratterizzati. Se una serie è composta da sette romanzi, perché produrre i film del secondo, del quarto e del quinto, omettendo totalmente le spiegazioni necessarie alla comprensione generale della storia contenute negli altri tomi?
Tuttavia, a favore di chi ha prodotto i film c’è da dire che questo è l’esatto ordine in cui C.S. Lewis aveva scritto i suoi libri, completando poi la raccolta con gli altri. Ma nonostante anche l’autore stesso abbia detto che forse l’ordine di lettura non ha importanza, io da spettatore ci sono comunque rimasto male.
D’accordo, fine della nota polemica! Passiamo al romanzo, che è veramente molto interessante.
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Le Cronache di Narnia narrano appunto di Narnia, una terra incantata nella quale ci sono animali parlanti, creature mitologiche e umani delle più strane fattezze. L’ambientazione è sostanzialmente medievale, quindi ampiamente corredata da cavalli e cavalieri, da dame e drappi sfarzosi e così via, in perfetto stile “tuffiamoci nel bel mondo antico”.
Il Re di Narnia è Aslan, un leone che ne è anche il creatore, ed è contrapposto a una regina malvagia.
Le vicende generali trattano di un gruppo di ragazzi, che si assottiglierà nel tempo, alle prese con il passaggio dal “mondo reale” al “fantastico mondo di Narnia”, dove si troveranno alle prese con fantastiche avventure, nobiltà e magia, fino ad arrivare a quel finale che io ho trovato meraviglioso e che non può non lasciare dentro un profondo velo di tristezza.
Da quello che avete letto fin qui, potrebbe sembrare un racconto per bambini, ma vi assicuro che questo non è semplicemente un racconto per bambini, ma un racconto per bambini di tutte le età, che è ben diverso come concetto.
Lewis ha subito molte accuse in merito a questa serie di romanzi, anche da personalità abbastanza note come J.K. Rowling e Philip Pullman, per quella che è stata indicata come una sua vena misogina.
Cosa c’entra questo col mio discorso? C’entra eccome, perché quella vena misogina che gli è stata criticata più e più volte, deriva da una parte de “L’Ultima Battaglia” (ultimo romanzo della serie) in cui viene affermato che Susan (una delle protagoniste) perde il contatto con Narnia perché comincia ad interessarsi ai rossetti e ad altre cose simili.
Per quanto questo possa sembrare apparentemente misogino, la mia opinione è differente. Credo che quello che Lewis intendesse con questa affermazione fosse la perdita di contatto con la fantasia nel momento in cui si diventa adulti.
Citando Pullman, non sono d’accordo con questa sua affermazione:
“Non gli piacevano le donne in genere, né la sessualità sotto qualsiasi forma, almeno nella fase della sua vita in cui scrisse le Cronache di Narnia.”
Al contrario, sono d’accordo con la sua affermazione immediatamente successiva:
“Era spaventato e inorridito dal fatto che i bambini volessero diventare adulti.”
Credo che quello fosse il punto focale della filosofia di Lewis, per lo meno nel momento in cui scrisse le Cronache di Narnia. Non ci vedo alcuna misoginia, anche perché all’interno dei vari romanzi, figure femminili occupano posizioni rilevanti sia in ambito positivo (Susan e Lucy) che in ambito negativo (La Strega).
Tornando a noi, come al solito non starò qui ad annoiarvi con la trama, sia perché non sarei in grado di rendergli giustizia, sia perché in fin dei conti è sempre più bello leggere un libro che leggere quello che riassume qualcuno che non ne sia l’autore.
Cosa posso dirvi? Quali sono le mie impressioni?
Le Cronache di Narnia è un libro quantomai interessante sotto molti punti di vista. Indaga l’animo umano, i suoi sentimenti, ma non tralascia di emozionare e di catturare la fantasia, facendola viaggiare in un mondo popolato da strane creature.
Vi ho trovato dei profondi spunti di naturalismo e di panteismo, ma non ho visto quei riferimenti cattolici che molti hanno voluto forzare tanto in lui quanto in Tolkien. La religiosità è presente, e il leone Aslan si configura come un personaggio Cristico, ma non cristiano nel senso stretto. È un salvatore, ma completamente diverso da quello che molti critici vorrebbero affiancargli.
Insomma, come avrete capito dalle Impressioni Letterarie scritte finora, a me piace sognare con i libri, e Le Cronache di Narnia me l’hanno fatto fare alla grande. Inoltre ho imparato molto, e mi sono scavato dentro, come si suol dire, per cui ve lo consiglio con tutto il cuore.
P.S. Se vi capita di fare un giro a Oxford, non perdete l’occasione di andare a mangiare o a bere qualcosa al The Eagle and Child, il pub in cui si riunivano gli Inklings, il gruppo di discussione letteraria di cui facevano parte Lewis e Tolkien. È un posto dall’atmosfera magica, e su una trave a vista c’è anche una bella citazione proprio di Lewis.Alla prossima!
Neri.