Impressioni Letterarie #28: Il Cabalista di Praga – Halter Marek

Creato il 26 giugno 2013 da Nerifondi @NeriFondi

Buongiorno e bentornati.

Oggi per le Impressioni Letterarie voglio parlarvi di un romanzo decisamente più moderno di quelli a cui vi ho abituati. Sto parlando de “Il Cabalista di Praga”, un romanzo che mi ha saputo affascinare sia per la qualità della storia, sia per la tecnica narrativa dell’autore, Halter Marek.

Partiamo subito dalla trama.

Siamo in pieno 1600, a Praga, e tutte le vicende che vengono narrate hanno come sfondo la persecuzione degli ebrei da parte dei cristiani, i quali vogliono sfondare le porte del ghetto per cacciare (leggasi uccidere) i suoi abitanti.
Questo, come ho detto, è lo sfondo, che ci viene raccontato in prima persona da David Gans, l’allievo prediletto del Gran Rabbino di Praga. Questo David sarà il punto focale di tutte le vicende: è un ragazzo diviso, diviso tra la propria fede e la propria curiosità scientifica, e soprattutto dilaniato da un amore non corrisposto nei confronti della figlia del Gran Rabbino.
Le vicende di David si sviluppano per gran parte del libro, ma il culmine della narrazione si ha quando il Gran Rabbino decide di creare il Golem (clicca sulla parola per aprire la pagina di Wikipedia), un “mostro” d’argilla per difendere il suo popolo dalle persecuzioni.

L’unica cosa che posso dirvi, oltre a questo, è di ricordarvi che ogni elemento ha sì due volti, ma è chi lo guarda a decidere quale sia quello dominante.

Detto ciò, passerei immediatamente alle Impressioni.

Comincio col dire che è un romanzo che mi ha incuriosito. Comprende una lunga serie di concetti che mi hanno portato – somma gioia – a spulciare pagine e pagine di Wikipedia per accrescere la mia conoscenza. Mi ha fatto scoprire molte cose riguardo l’ebraismo e la cabala, oltre ad avermi aperto gli occhi su quanto ci sia da sapere sul mondo e su quanto sia impossibile conoscere tutto.
I personaggi sono ben delineati, e la narrazione in prima persona non disturba minimamente, anzi, aiuta a dare al romanzo un senso interno più profondo. Le tematiche degli ebrei, viste da un ebreo confuso, risultano molto più vicine al lettore.
E poi c’è il mistero, il pathos, l’amore, tutti elementi di cui un buon romanzo non può fare a meno, con il condimento di una buona serie di personaggi storici molto interessanti.

Sicuramente una lettura consigliata a chi vuole svagarsi, ma nel frattempo desidera conoscere nuove cose.
Tra l’altro a breve dovrebbero farne un film, e sono sicuro che andrò a vederlo con grande entusiasmo.

E voi, l’avete letto? Vi affascinano questi misteri cabalistici? Fatemi sapere cosa ne pensate!

A presto!

Neri.



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