Riprendo velocissimamente il topic di ieri per tirare le conclusioni a mente fredda. La situazione che ho descritto puo’ essere applicata ad ogni gruppo di persone che si affaccia a studiare una lingua straniera (in questo caso, l’italiano). Queste persone dal punto di vista della conoscenza del nostro paese e della nostra lingua sono come dei bambini: non conoscono il (nostro) mondo, e per loro l’insegnante e’ un po’ come una mamma. (Una mamma un po’ puttana, se consideriamo la tipa del post di ieri).
Ho gia’ avuto da ridire con questa insegnante. Ho scoperto per caso che ha insegnato agli studenti delle espressioni dialettali spacciandogliele come “italiano”. I suoi studenti hanno appreso delle nozioni sbagliate. Ora credono che “un tipo” significhi “carino” (mentre dalle mie parti per esempio se dici che una ragazza “e’ un tipo” vuol dire che e’ un cesso…). Pensano che zucchina si dica zucchino solo perche’ nel centro Italia si dice zucchino, mentre nel resto dello stivale si usano indifferentemente tutte e due le espressioni. Pensano che in Italia si mangi bene ovunque, tranne che in Veneto.
Ma pensateci. Immaginate di trovarvi di fronte a uno straniero che ha imparato queste cose. Provateci voi a spiegargli che la loro insegnante ha sbagliato: sara’ la vostra parola contro la sua. La parola di una persona qualunque contro quella di una persona che ha l’autorita’ e la qualificazione per insegnare. Quella di uno che e’ andato a scuola anni fa, contro quella di una che insegna di mestiere. Ma soprattutto, la vostra contro quella della persona che hanno pagato per imparare la lingua italiana.
Provateci, poi, a contraddire quella frase sulla cucina veneta. Siete veneti: e’ ovvio che vogliate difendere casa vostra. Sara’ la parola della loro “mamma italiana” contro quella di un qualunque veneziano orgoglioso. Ed e’ fino a quando queste persone non andranno in Italia che non sapranno la verita’, e comunque quando capiteranno a Venezia ci andranno gia’ col pregiudizio, in attesa di conferme.
Pensateci a queste cose, e rendetevi conto di quanto puo’ essere devastante il potere di un insegnante se usato nel modo sbagliato.
Nel frattempo, mentre ci pensate, io vado a farmi un bel weekend a Melbourne. Tanto per distrarmi e per farmi passare l’incazzatura. Che e’ meglio.
(posto foto, ok)