La scorsa settimana, per la prima volta, ho ricevuto un complimento da un madrelingua per il mio inglese. Ammetto avevamo scambiato solo due parole (probabilmente era pure ubriaco) ma quando mi ha chiesto “where are you from?” ed io ho risposto “I’m italian” le sue parole esatte sono state “Are you? Congratulations, you’ve got a good english” (non é pervenuta la risposta alla mia successiva domanda: Do you mean in general or compared to other italians you spoke to?).
Ad ogni modo mi sono sentito fiero, e credo sia il raggiungimento di un traguardo. Sará che lavorare nove ore al giorno per cinque anni di fila in un ufficio nel quale non solo sono l’unico italiano, ma l’unico straniero, probabilmente mi ha fatto uscire un accento a bastonate; o forse sará che ho sempre detestato l’idea di essere uno di quegli italiani che pronunciano sheet uguale a shit, e peace uguale a piss, ed ho sempre fatto il possibile per integrarmi. O forse sará che ho avuto la fortuna di circondarmi di amici inglesi molto stronzi che mi prendevano per i fondelli per il fatto che pronunciavo pair uguale a pear (indizio: si pronunciano veramente uguale) quindi sono sempre stato spronato a tornare a casa e studiarmi dizionari e pronunce.
Credo che per una persona adulta imparare una lingua straniera, in generale, sia un’impresa mastodontica: questo perché, al contrario di un bambino, tutto quello che si impara lo si costruisce sulla fondamenta di una lingua originale sedimentata nel cervello da anni, quella nella quale si pensa, e per questo motivo viene difficile “sentire” il proprio accento come “sbagliato” e quindi cercare di correggerlo.
Ma persino ammettendo che non ve ne possa fregare niente di meno di avere una pronuncia corretta e vi accontentiate di farvi capire dagli altri: non vi siete mai trovati in una situazione ove nominate un termine che non é estrapolabile dal contesto? Chessó, tipo tornare in ufficio dopo due settimane ed urlare ai quattro venti “I’ve spent my holidays on a lovely beach”, ove con la pronuncia italiana beach suona come qualche cosa d’altro? Vi garantisco che la corretta pronuncia aiuta.
In alcuni casi gli inglesi stessi non si rendono conto di quali parole abbiano una pronuncia diversa e quali uguale. Ad esempio provate a leggere a voce alta questi termini: Tail/Tale; Pea/Pee; Meet/Meat; Sum/Some; Peace/Piece; Dear/Deer; Hour/Our; Here/Hear.
Riuscite a pronunciare correttamente queste coppie di parole? Magari per ogni coppia riuscite a pronunciare due parole distinte? Sí? Beh, allora sentite questa: non c’é differenza di pronuncia. Sono parole omofone, cioé si scrivono diversamente ma pronunciano uguale: Tail si pronuncia uguale a Tale, Pea uguale a Pee, e cosí via.
Chiedete la stessa cosa ad un inglese: probabilmente lo sentirete leggere le parole a voce alta prima di confermarvi che effettivamente avete ragione.
Giochi a parte, i dilemmi veri per noi stranieri sorgono quando provate a pronunciare parole come: Leave/Live; Law/Low; Cold/Called; Ear/Year; Saw/Sow; Jaw/Joe. Queste parole si scrivono e pronunciano diversamente l’una dall’altra.
Per imparare come pronunciare questi termini correttamente — nonché scoprirne i significati se ne avete bisogno — vi consiglio: Cambridge Dictionaries Online (potete ascoltare i termini letti con la corretta pronuncia inglese). Siti come Dictionary.com hanno la pronuncia americana, quindi attenti a non confondervi.
Un altro incredibile strumento é BBC Learning English, un’autentica miniera di risorse ideata attorno agli stranieri che giá vivono nel Regno Unito (mi domando se la RAI ce l’abbia un portale che insegna italiano agli immigrati per aiutare ad integrarsi?!), ad esempio riportando notizie quotidiane ma chiarendo termini che non tutti potrebbero conoscere. In particolare qua c’é la sezione dedicata alla pronuncia dei termini.
Un’ altra sezione particolare offerta dalla BBC é The English We Speak che spiega espressioni tipicamente british: capita prima o poi a tutti di sentirsi straníti quando il briton di turno ci viene a dire qualcosa come: “she’s got him wrapped around her little finger“, “you’re taking the mickey“, “she’s at thick as mince“; questa sezione della BBC cerca di spiegare alcune espressioni usate quotidianamente.
Un altro sito interessante é A guide to English Pronunciation, che aiuta ad evitare le “trappole” della pronuncia e spiega la differenza tra parole omografe ed omofone.
L’altra cosa curiosa é l’accento. Una lingua vecchia come l’inglese ovviamente ha decine di diversi accenti e dialetti, per Stato, regione o classe sociale — come evidenzia questo divertente video youtube — quindi sará normale “deviare” dal cosiddetto “received pronunciation” e lentamente assorbire una particolare pronuncia in base a chi frequentate o ascoltate quotidiamentente, il che é bello! (beh, magari cercate di non prendere il Cockney accent, che fa molto ‘working class’, a meno che non siate Michael Caine): un accento dimostra che avete vissuto nel Regno Unito, e non soltanto studiato la lingua, ed é un perfetto icebreaker perché confonde ed incuriosisce il vostro interlocutore che vorrá sapere di piú del vostro background. Se poi vivete a Manchester, a Newcastle, a Liverpool, nello Yorkshire, o in Scozia, é praticamente garantito che prenderete l’accento locale che é leggero come la bagna cauda a colazione.
Se volete migliorare il vostro inglese parlato (ma anche scritto) in generale internet é una miniera di informazioni, sia in termini di materiale serio (universitario) che “meno serio” (video su youtube), quindi mettetevi alla caccia, imparate, e condividete quello che trovate! Happy learning!
PS: Comunque vada vi prego non fate la sua fine.