Tutta la vicenda si svolge nel giardino della signora Venable, creazione di suo figlio Sebastian, morto “improvvisamente, l’estate scorsa”. Qui un giovane e brillante neurologo, che sperimenta con successo cure psichiatriche d’avanguardia, riceve dalla ricca signora l’offerta di un congruo finanziamento per l’ospedale pubblico in cui opera.
Le cure d’avanguardia non sono altro che la famigerata lobotomia e ben presto il dottore capisce che la donna vuole che l’intervento sia praticato sulla nipote, affetta - a suo parere - da allucinazioni e crisi isteriche incontrollabili dopo aver assistito alla morte di suo cugino Sebastian durante un viaggio all’estero.
Il medico vuole formulare una diagnosi più scrupolosa e inizia a sottoporre la paziente a colloqui che indagano l’origine delle crisi. Nelle sedute cominciano ad emergere particolari violenti e scabrosi. Ma nessuno della famiglia della ragazza sembra voler scoprire cosa si nasconde dietro questa rimozione.
Il testo, riverbera le vicende familiari dell’autore, non poteva che restare vittima dei movimenti di censura di quei tempi, che costrinsero Gore Vidal, sceneggiatore della celeberrima versione cinematografica diretta da Joseph Mankiewicz, a rimuovere ogni riferimento all’omosessualità.