Si “evoca” il fantasma di Sebastian morto “improvvisamente” l’estate precedente in circostanze misteriose. Circostanze che i familiari, ognuno per motivi diversi (e senza troppi scrupoli), vogliono seppellire per sempre (chi per incassare una cospicua eredità, chi per mantenere viva la “santità” del figlio) ma che il buon dottore vuole invece portare alla luce.
Un testo estremo (e una messa in scena che esalta tale caratteristica) in cui si parla di omosessualità, psicanalisi e lobotomia (nel 1958) ed in cui, l’ambientazione “naturalistica” e la scienza medica siglano un patto ai danni delle “buone maniere”: in un contesto in cui le idiosincrasie della puritana società della “vecchia America” sono rappresentate ad un livello patologico, sarà infatti il siero della verità a catapultare i protagonisti nella “giungla” in cui sono da sempre imprigionati. [l. m.]