“Improvvisamente” nella giungla delle “buone maniere”

Da Uiallalla

Nel centenario della nascita, Elio De Capitani torna a lavorare sui testi di Tennesse Williams e sceglie “Improvvisamente l’estate scorsa” (che trae spunto dalla vicenda familiare dell’autore). Il regista concentra la vicenda nella serra di casa Venable mettendo in scena un “esterno familiare” in cui la storia è affidata alla recitazione sopra le righe di attori “in gabbia” (Cristina Crippa e Elena Russo Arman su tutti).

Si “evoca” il fantasma di Sebastian morto “improvvisamente” l’estate precedente in circostanze misteriose. Circostanze che i familiari, ognuno per motivi diversi (e senza troppi scrupoli), vogliono seppellire per sempre (chi per incassare una cospicua eredità, chi per mantenere viva la “santità” del figlio) ma che il buon dottore vuole invece portare alla luce.

Un testo estremo (e una messa in scena che esalta tale caratteristica) in cui si parla di omosessualità, psicanalisi e lobotomia (nel 1958) ed in cui, l’ambientazione “naturalistica” e la scienza medica siglano un patto ai danni delle “buone maniere”: in un contesto in cui le idiosincrasie della puritana società della “vecchia America” sono rappresentate ad un livello patologico, sarà infatti il siero della verità a catapultare i protagonisti nella “giungla” in cui sono da sempre imprigionati. [l. m.]


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