"..... poi il presidente stesso ha affermato "Ci manca solo che dicano che sono gay" ed ancora un sottinteso "Sarete mica tutti gay?" con tanto di gesto della mano sul lobo dell'orecchio..."
Fonte: http://gayburg.blogspot.com/2009/07/berlusconi-e-i-gay.html#ixzz3GWYIRUqX
Improvvise conversioni pro-gay Ho notato che, recentemente, si assiste, quotidianamente, a salti della quaglia e ad improvvisi e veloci spostamenti, da gioco dei quattro cantoni, tra preclari giornalisti, personaggi politici e superstar del gossip d'alto lignaggio, da una sostanziale e radicata omofobia culturale direttamente ad iscrizioni all’Arcigay.
Mi aspetto, ormai, una loro partecipazione diretta al prossimo Gay Pride, in costumino da drag-queen. Probabilmente, si tratta di gente folgorata, sul modello di Saulo-S. Paolo, non tanto sulla via di Damasco, ma di un locale Arcigay; forse, da una nube accecante, è calato su di loro un tonitruante “vocione”, alla Malgioglio, che rimproverava: “Silvio, Silvio, perché mi perseguiti?”; tanto per fare un nome esemplificativo. Ed ecco, con un rapido colpo di spugna, si cancellano decenni di battaglie anti-gay, di battutacce da caserma e di barzellette da osteria della malora. Meglio tardi che mai, od anche, non è mai troppo tardi, come ripeteva, in TV, il maestro Manzi. Dico la verità che sono restato un poco basito ed attonito, di fronte a questo ricambio improvviso di convinzioni, idee e principi, ridotti alla stregua di merce da barattare con altra, totalmente difforme, nel momento politico più opportuno, come prodotti ortofrutticoli di cui rifornirsi stagionalmente. Infine, sono persuaso che certe opinioni dovrebbero maturare e crescere su principi ed esperienze consolidati nel tempo. Io, ad esempio, sono all'antica, provengo dal preistorico 1945; sono cresciuto, come tanti, fino ad una certa età, tra i lazzi, le battute e le storielle di grana grossa sui gay, allora denominati e bollati con attributi e sostantivi che è meglio, qui, non registrare, anche se universalmente noti, ed ancora abbondantemente usati ed abusati, specie in certi ambienti. Ho sorpassato, da tempo, la fase di attribuzioni negative dedicate ai gay, ancora ritenuti, da troppi personaggi, dei pervertiti, malati ed altro ancora; ma, ancora, non riesco a giungere a comprendere, giustificare ed approvare i matrimoni tra di loro, al posto delle semplici unioni civili, ed ancor meno la scelta di concedere loro l'adozione di bimbi. Non faccio loro una guerra combattuta, per carità!, su queste faccende, come Giovanardi, Gasparri&Co, ma non sono ancora giunto a certe iperuraniche altitudini di consenso ed assenso. Vorrà dire che mi batterò il petto ed altro, alla Tafazzi, anche se non mi considero un botolo ringhioso, razzista ed omofobo; abbaio, ma non sempre, e non mordo mai. Franco Bifani