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Imu agricola, anche la Chiesa è contraria

Creato il 12 aprile 2015 da Comunalimenfi
Proteste_Imu_Agricola

Il 16 aprile a roma riunione del comitato nazionale degli assessori regionali.

È un nodo ancora irrisolto l’Imu sui terreni agricoli. Ma qualcosa comincia a muoversi, dopo le manifestazioni e le proteste promosse in tutta l’Isola da Agrinsieme Sicilia, il coordinamento delle aziende associate a Confagricoltura, Cia ed Alleanza delle Cooperative (Agci Agrital, Fedagri Confcooperative e Legacoop Agroalimentare) che si è già incontrato con il governatore Rosario Crocetta e l’assessore all’Agricoltura Nino Caleca.

Quest’ultimo ha confermato che il 16 aprile si riunirà a Roma il Comitato nazionale degli assessori all’agricoltura, con all’ordine del giorno proprio la tassa sui terreni agricoli.

Anche la Chiesa ha deciso di scendere in campo contro l’Imu agricola. Venerdì, al seminario vescovile di Noto, si svolgerà, infatti, alle 18 un’assemblea dei produttori agricoli, convocata dal vescovo della città, mons. Antonio Staglianò, e a cui parteciperà il sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe Castiglione.

Tre giorni prima, il 14 aprile la commissione delle Politiche agricole – su richiesta dell’assessore Caleca – affronterà la questione dell’imposta. Un risultato importante per la Regione siciliana che da tempo chiede al governo Renzi di rivedere l’Imu agricola ritenuta «ingiusta e vessatoria». Caleca in più occasioni ha sostenuto che «i criteri altimetrici stabiliti per il pagamento dell’imposta, oggi vigenti, risultano discriminatori tra le diverse aree del Paese e generano situazioni paradossali». «Infatti Comuni ad alta redditività agricola che si trovano in aree montane – spiega l’assessore – godono di una esenzione dal pagamento dell’imposta in ragione dell’altitudine e Comuni disagiati ed in crisi posti in aree svantaggiate al di sotto dei 500 metri sono, invece, soggetti al pagamento di cifre fino a 500 euro ad ettaro».

Come nel caso, davvero clamoroso, di una nota azienda vitivinicola che, nelle tenute del Nord Italia non paga l’Imu, mentre nella svantaggiata Sicilia paga il tributo.

«Il mantenimento dell’imposta per le Regioni ad obiettivo convergenza, tra cui la Sicilia – sottolinea Caleca – sta generando situazioni paradossali. Mentre, infatti, l’Unione Europea considera i Comuni che fanno parte di tali Regioni come svantaggiati al punto da intervenire con contributi, lo Stato italiano chiede il pagamento di un’imposta che mette in ginocchio le aziende che già stentano a superare la difficile congiuntura economica. La Regione si batterà con tutti i mezzi possibili per una revisione della norma che tenga conto delle legittime rimostranze degli agricoltori siciliani».

Negli scorsi giorni l’Ars, su proposta di alcuni parlamentari regionali che condividono le iniziative di Caleca, ha votato un ordine del giorno che impegna il presidente Rosario Crocetta e la Giunta ad intervenire presso il governo nazionale per la sospensione e/o la soppressione dell’Imu agricola e al contempo a sollevare l’illegittimità costituzionale della norma davanti alla Consulta.

Giorgio Petta de La Sicilia


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