IMU agricola, Mongiello: “Revisionare metodo di calcolo e applicazione”

Creato il 24 marzo 2012 da Ecodifoggia @ecodifoggia

(Ecodifoggia.it) - Foggia: “Il Governo deve rivedere il metodo di calcolo e l’applicazione dell’IMU alle aziende agricole per scongiurare conseguenze finanziarie e produttive negative ed irrimediabili”. Così la senatrice Colomba Mongiello, componente della Commissione Agricoltura, commenta l’approvazione all’unanimità nella stessa Commissione della risoluzione con cui si impegna il Governo a: rimodulare i moltiplicatori per la determinazione dell’imposta municipale sui terreni agricoli per distinguere tra coloro che usano il terreno per fini produttivi e quanti li detengono a puro titolo patrimoniale, riservando anche speciale attenzione ai giovani imprenditori agricoli; rinviare l’applicazione dell’imposta sul patrimonio rurale strumentale agricolo fino alla puntuale composizione immobiliare del settore agricolo, prevista per la fine dell’anno, per giungere all’esclusione dall’IMU dei fabbricati rurali strumentali connessi all’attività agricola. “Il primo motivo di opposizione a questa nuova forma di tassazione – continua Mongiello – è dettato dalla iniquità e sproporzionalità delle imposte sui terreni agricoli e sui fabbricati rurali, poiché si sovrappone e duplica quanto già versato in relazione al reddito dominicale. Ad essere più penalizzate sono, poi, le imprese agricole che hanno effettuato investimenti per strutturarsi e innovare la produzione, dunque lo strumento fiscale è in contrasto con l’asserita visione strategica del Governo Monti che punta a valorizzare le notevoli potenzialità di sviluppo del comparto agricolo. Tutto questo senza neanche poter valutare il gettito derivante dall’IMU, giacché non esiste un censimento attendibile dei fabbricati rurali che distingua tra quelli utilizzati per la produzione e quelli abbandonati o destinati ad altri usi. Le imprese agricole sono già state severamente messe in crisi dall’incremento dei costi di produzione e dalla concorrenza di bacini produttivi meno rispettosi delle norme sul lavoro e la sicurezza alimentare – conclude Colomba Mongiello – Per cui dovranno certamente contribuire a salvare l’Italia, ma è bene che siano chiamate a farlo evitando che muoiano loro e con loro migliaia di posti di lavoro e milioni di fatturato realizzato con l’export del made in Italy”.


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