Oggi hai aperto gli occhi.Sei stato bravo, papà.Mi hai sorriso. E poi mi hai detto che dovevo pagarti l'Imu. Allora ho capito che ce l'avresti fatta. La dottoressa aveva ecceduto in prudenza. «Fossi in lei, come figlia, non andrei a Venezia», mi ha detto. «Può succedere tutto nelle prossime 24 ore». Ci mancherebbe, certo. Fossi in me, come figlia, sono rimasta. Oggi invece mi hai sorriso. Bravo. Hai fatto un volo da quelle scale che questa volta ho pensato... «È morto», mi ha gridato la mamma al telefono. «Muore», diceva in ospedale a tutti quelli che chiamavano. La vicina di casa, la portinaia, il tuo amico del coro. Sant'iddio. Per fortuna, quando è successo tutto, il Fede aveva la moto e mi ha accompagnato di corsa da voi.Ha volato, il Fede. Bravo anche lui. Pensare che a prima vista sembra tutt'altro... e invece è uno dei miei migliori amici. Ci abbiamo messo tanti anni a capirlo, che siamo amici, ma ora è così. Non ce lo diciamo, ma è così.Sul pianerottolo ti ho visto steso, ho visto il sangue. Tutto quel sangue. Ma tu sbraitavi e allora ho pensato che non eri mica morto. Se sbraiti, e se sorridi, non sei morto. E se mi chiedi di pagare l'Imu vuol dire che quasi stai proprio bene. Oggi l'ha detto la dottoressa, sempre lei. «Va bene, ma bisogna aspettare di rimetterlo in piedi e vedremo come starà». Che cosa sarai in grado di muovere e come. Le braccia, le gambe.Stiamo tutti aspettando. E fa niente se adesso piangi. Se piangi quando ti racconto del piccolo Ettore, quando ti leggo una recensione del concerto di Brahms alla Scala o se lo fai quando la mamma ti tiene la mano.Io già ti vedo che girerai per casa con la tua aria incazzata, cattivo come prima. Ti vedo che non starai a sentire nessuno e prenderai il bastone e pretenderai di uscire, di andare da solo in banca, a ginnastica o a comprare le torte. Pretenderai perfino di guidare. So già che ricomincerete a litigare, tu e la mamma, altro che mano nella mano. So che dovrò intervenire come se tu fossi mio figlio e a questa cosa ancora mi ci devo abituare. Mica te lo spiegano, prima, che c'è un momento in cui dovrai essere madre di tua madre e perfino di tuo padre. Che dovrai essere molto più madre e sempre meno figlia. Perché ora sono io che ti devo sgridare. E di nuovo, come ultimamente facevo, ti parlerò dolce ma autorevole, proprio come ti insegnano a fare con i bambini. Ti aiuterò ad alzarti, e poi tu sarai alzato.Ti aiuterò a metterti le scarpe, e poi tu camminerai. E te ne andrai in banca, a comprare le torte e a fare ginnastica.Lo so perché oggi mi hai sorriso e mi hai detto dell'Imu.
E allora papà io ti aspetto. Smetti di piangere che tanto, anche questa volta, ce la farai.questo testo l'avevo scritto una decina di giorni fa. ma non l'avevo pubblicato. perché... no. oggi invece mi sento di farlo. perché mio padre sta meglio davvero, sta meglio perché l'hanno detto i medici e non perché vuole pagare l'Imu - in certe situazioni ti attacchi a tutto pur di credere che le cose andranno bene. ora le cose vanno bene. bisogna solo convincere mio padre di questo. ce la faremo. ancora.
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