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IMU su depositi e magazzini: Confagricoltura e CIA “bacchettano” Monti

Creato il 19 aprile 2012 da Lapulceonline

IMU su depositi e magazzini: Confagricoltura e CIA “bacchettano” Monti"Siamo sulla strada giusta, ma non basta". Sulla questione IMU Confagricoltura Alessandria e CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) non si sbilanciano, ma di certo non esentano il governo Monti da critiche. La questione IMU recentemente introdotta avrebbe infatti un forte impatto anche sulle aziende agricole e le preoccupazioni toccano ormai sia gli enti del settore sia gli agricoltori stessi, vedi le recenti mobilitazioni. "Tuttavia" (nonostante la validità del provvedimento, ndr) ha commentato Gian Paolo Coscia, presidente di Confagricoltura Alessandria, "rileviamo come siano tuttora presenti elementi di forte insoddisfazione e preoccupazione, che richiedono il proseguimento della mobilitazione per superare la palese iniquità del provvedimento, che permane, nonostante le positive modifiche apportate al testo iniziale". Seconda le stime dell'Ufficio Fiscale di Confagricoltura le nuove modifiche potrebbero portare un aumento dei costi per un'azienda fino al 300%. Una cifra che naturalmente può variare a seconda della tipologia di fabbricato e di immobili utilizzati per la produzione, depositi e magazzini inclusi. Tant'è che Confagricoltura ha chiesto "che siano esclusi dall'IMU fabbricati strumentali adibiti a ricovero attrezzi, magazzini, fienili, cantine, stalle e capannoni quali strumenti indispensabili e funzionale per l'agricoltura". Piuttosto critico anche il giudizio di Carlo Ricagni, presidente di CIA Alessandria: " L'assoggettamento all'imposta dei fabbricati rurali strutturali viene operata scindendo in modo non corretto i terreni coltivati dai fabbricati utilizzati, gravando quindi in maniera impropria ed insostenebile su immobili che costituiscono nel loro insieme beno essenziali sui quali opera l'azienda agricola. Inoltre", ha aggiunto Ricagni, "con questa operazione vengono stravolti alcuni principi fiscali fondamentali del settore superando i concetti di ruralità e di bene strumentale. Sarebbe invece necessario abbassare ulteriormente i moltiplicatori applicati ai terreni agricoli condotti direttamente da agricoltori, al fine di differenziare beni che sono produttivi di reddito e non di 'rendita' anziché introdurre, di fatto, 'una patrimoniale' su tali immobili".

D'accordo invece, entrambi gli enti, sul tema del ripristino delle esenzioni, seppur "in misura ridotta", per i terreni condotti direttamente dai coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali e "l'attenzione posta alle aziende situate in Comuni montani coin l'introduzione dell'esenzione dalla tassazione per i fabbricati rurali strumentali".

"Queste aziende", hanno aggiunto infinre Ricagni e Coscia "svolgono un ruolo importante di presidio del territorio e, pertanto, occorre ridurre gli oneri a loro carico per non comprometterne ulteriormente la tenuta del tessuto sociale".


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