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“In America” di Jim Sheridan

Creato il 25 giugno 2011 da Cinemaleo

2002: In America di Jim Sheridan

“In America” di Jim Sheridan
“In America” di Jim Sheridan

Negli States è piaciuto moltissimo (tre nominations agli Oscar, ottime recensioni).

In Italia la critica si è divisa.

Per My Movies Da parte di Jim Sheridan ci si poteva aspettare di meglio”, per il Fumagalli “è un film sincero e personale”. Cinefile scrive “Un enorme passo indietro per il Jim Sheridan che tanto era piaciuto negli straordinariIl mio piede sinistro’ eNel nome del padre’, sempre vicino alle vicende storico-culturali irlandesi ma che stavolta si è voluto cimentare in un film autobiografico che gli ha impedito di guardare il suo film con occhi critici e individuarne i numerosi difetti”, Il Corriere della Sera è del parere che “la prima mezzora è perfetta ma poi tutto scivola verso il manieristico”, per FilmUp “Jim Sheridan ha cercato di fare un film autenticamente americano con gli occhi di un immigrato irlandese. Bisogna dire che ci è riuscito benissimo”.

Caratteristica saliente de In America è il contrasto tra la prima parte (realistica, quasi un documentario) e la seconda (prevalgono magia, fiaba, religiosità…): una forte discontinuità che spiazza lo spettatore e rende arduo dare un giudizio complessivo. L’impressione è che Jim Sheridan abbia fallito nell’offrirci un affresco di un problema oggi particolarmente attuale (l’inserimento in un paese straniero): le situazioni che rappresenta sono drammatiche ma nel film non c’è dramma. Molte incongruenze, qualche banalità, eccessivo buonismo (un opinionista giustamente osserva come sia eccessivo mettere insieme “l’uomo di colore con l’aids scontroso ma buono, i poliziotti americani simpatici e accoglienti, le infermieri multirazziali, il tossico ispanico che però poi si redime”). Un quadro che appare poco veritiero e che procura scarse emozioni.

Il non portare il pubblico alla lacrima facile è senz’altro un merito se lo si ottiene per la mancanza di retorica e per lo stile asciutto: diverso è il discorso se lo si ottiene per il continuo sospetto di artificiosità e di costruito a tavolino.

Bravissimi gli interpreti (ma le due sorelline a volte appaiono invadenti… per non dire insopportabili).

 

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