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in arrivo, Carloz Ruiz Zafon, Roberto Arlt, Amelie Nothomb

Creato il 04 febbraio 2012 da Atlantidelibri

A fine febbraio, il terzo volume della tetralogia IL CIMITERO DEI LIBRI DIMENTICATI, dopo L’ombra del vento e Il gioco dell’angelo

Roberto Arlt

Image via Wikipedia



Dopo ‘L’ombra del vento’ ed ‘Il gioco dell’angelo’ finalmente arriva il tanto atteso terzo libro della tetralogia “Il cimitero dei libri dimenticati” — Barcellona, dicembre 1957. Nella libreria dei Sempere entra un individuo misterioso che acquista una preziosa edizione del Conte di Montecristo e la lascia in custodia a Daniel perché la consegni al suo amico Fermin. Il libro porta una dedica inquietante: “Per Fermin Romero de Torres, che è riemerso tra i morti e ha la chiave del futuro”, firmato “13″. Tra malintesi, imbrogli e minacciosi ricordi dal passato inizia l’indagine di Daniel per decifrare quella dedica enigmatica e capire quali segreti nasconde il suo fedele amico. Prima di potersene rendere conto, il giovane libraio viene catapultato in un passato che lo riguarda da vicino, dove la morte di sua madre Isabella si lega al destino di David Martin, il grande scrittore che dal carcere scrive Il gioco dell’angelo, e a quello del perfido editore Mauricio Valls, una vecchia conoscenza degli anni di carcere di Fermin. Quello che Daniel scoprirà non rimarrà senza effetti sulla sua vita, molte domande rimaste in sospeso avranno una risposta e lui si troverà in mano, inaspettatamente, la possibilità di vendicarsi.

Uccidere il padre
Libro di Nothomb Amélie ,  Voland

“Il 6 ottobre 2010, L’Illegal festeggiava i suoi dieci anni. Avevo approfittato della confusione per imbucarmi a questa festa a cui non ero stata invitata. Erano arrivati maghi da tutto il mondo. Parigi non era più una capitale della magia, ma la forza della nostalgia aveva sempre il suo peso. Gli habitué si scambiavano ricordi. – Bella idea travestirsi da Amélie Nothomb – mi disse qualcuno. Lo salutai con un sorriso perché non riconoscesse la mia voce. Indossare un grande cappello in un club di magia, non garantiva l’anonimato. Non volevo spiare quelli che mostravano i loro nuovi trucchi, munita di una coppa di champagne, andai nella sala in fondo. Per la maggior parte dei maghi giocare a poker senza barare è un po’ come stare in vacanza. Affidarsi alla sorte è spassarsela e, attorno a questo tavolo, avevano tutti l’aria distesa. Tranne uno, che non parlava, non rideva e vinceva” — Joe è un ragazzo che accumula patrigni e che ha una passione per la magia. Cerca un mentore e lo trova in Norman, che diventerà il suo padre acquisito. Norman lo accoglie in casa propria e a questo punto la situazione precipita. Il ragazzo farà di tutto per “uccidere il padre” e superarlo, arrivando al punto di volergli rubare la donna e cercando persino di superarlo con le carte. Un romanzo dai risvolti filosofici ben congegnati

Il giocattolo rabbioso, Roberto Arlt, Cargo

Ambientato in una Buenos Aires decadente e piena di riferimenti interculturali grazie alle continue ondate di emigranti europei, nel raccontare la “formazione” del protagonista, Silvio Astier, il romanzo narra la storia di un adolescente, della sua voglia di vivere, la sua rabbia e le sue angosce. È diviso in quattro “gironi”, quattro tappe della sua formazione in cui affronta dalla piccola borghesia immigrata ai borghesi locali, dai sottoproletari ai militari presso cui cercherà il riscatto e da cui sarà condannato. Nell’incertezza della società che lo circonda – costretto dalla disoccupazione e sedotto dalla criminalità – Silvio Astier intraprenderà la strada del delitto.

Il giocattolo rabbioso è stato per Jorge Luis Borges uno straordinario riferimento letterario (ne Il gioco del mondo), e l’ha definito non solo la migliore di tutte le opere di Arlt, ma superiore a molti dei romanzi argentini osannati all’estero. Anche Cortázar l’ha apprezzato fino a usarlo come modello per Bestiario. Il giocattolo rabbioso è da considerarsi uno dei capolavori della letteratura latinoamericana.



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