In arrivo nelle sale il film francese più apprezzato (in Francia) della stagione
Creato il 02 febbraio 2012 da Persogiadisuo
POLISSE
DI MAÏWEEN
Francia, 2011
Con Maïween, Karin Viard, Marina Foïs, Frédéric Pierrot, Karole Rocher, Nicolas Duvachelle,, Joey
Starr, Emmanuelle Bercot, Jérémie Elkhaim e Riccardo Scamarcio.
PREMIO DELLA GIURIA AL FESTIVAL DI CANNES
2011
Nominato a 13 César
IN SALA DAL 3 FEBBRAIO
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L’unita poliziesca BPM (Brigate per la
protezione dei minori) si occupa di ogni caso di abuso sui minori e attraverso
le loro inchieste scopriremo di zii che violentano le loro nipoti, padri che
toccano le proprie figlie, professori innamorati di bambini, mamme che
percuotono i loro neonati..
A queste storie di violenza si mescolano
quelle private dei numerosi poliziotti, tra cui si aggiunge una fotografa (la
stessa regista Maïween, anche sceneggiatrice) inviata dal Ministero, sposata a
un italiano gentile e di bell’aspetto (Riccardo Scamarcio) che finirà per
tradire con un poliziotto brutale nei modi e nell’aspetto (Joey Starr).
Un film corale girato con urgenza e
partecipazione, con attori in stato di grazia, tra cui spiccano Karin Viard
(Potiche, L’adversaire) e Marina Foïs (Non, ma fille tu n’iras pas danser), Frédéric
Pierrot (Ti amerò sempre), Karole Rocher (Le nevi del Kilimangiaro), Nicolas Duvachelle e il rapper Joey Starr, tutti candidati ai prossimi
César.
I temi trattati non sono per nulla facili,
e come se ciò non bastasse, la regista inserisce anche altre scene shock (come
quella di un feto di 7 mesi), il tutto per mostrare com’è davvero la vita di
queste persone dentro e fuori al set, senza badare al politicamente corretto e
senza voler rappresentare questi poliziotti come eroi, anzi: benché mostri
l’efficacia del loro lavoro e il loro coraggio, non disdegna di mostrare le
loro meschinità sul posto di lavoro e a casa, nonché le violenze verbali e
fisiche ai danni dei loro interrogati, senza distinzione tra vittime e
carnefici.
È insomma un pugno nello stomaco,
un film cinematograficamente non pienamente riuscito, ma comunque coraggioso nella
scelta di affrontare tematiche così delicate senza troppa delicatezza ma con
l’irruenza di una vera inchiesta poliziesca.
E’ il terzo film da regista per l’attrice
Maïwenn, mentre la sceneggiatura è scritta a quattro mani con Emmanuelle
Bercot, anch’ella fra le eccezionali interpreti.
Ha vinto meritatamente il Premio della
Giuria all’ultimo festival di Cannes, mentre le 13 nomination ai prossimi César
appaiono eccessive (The Artist ne ha ricevute 10).
VOTO: 7-
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