Riceviamo e pubblichiamo
Se in Assisi l’IMU si paga troppo è solo colpa dell’attuale amministrazione che non ha diminuito le aliquote, come avrebbe dovuto e come è stato chiesto da tanti cittadini. Quindi è fuorviante il ritornello che in Assisi le tasse sarebbero basse. È vero il contrario! Infatti l’IMU è la più gravosa dell’Umbria a causa delle più alte rendite catastali degli immobili stabilite in modo irresponsabile negli anni 90 dalla Commissione Censuaria rispetto agli altri comuni dell’Umbria.
Entro ottobre l’amministrazione comunale avrebbe potuto diminuire le aliquote IMU per riequilibrare questa ingiustizia fiscale rispetto agli altri comuni vicini. Poteva farlo, la legge lo consentiva. Non lo ha fatto. Ha voluto mettere le mani nelle tasche dei cittadini introitando con questa imposta sugli immobili un maggior prelievo di ben 2.000.000 di euro rispetto all’ICI dell’anno precedente.
Era giusto e possibile diminuire questa tassazione perché Assisi ha la fortuna, per la sua specificità, con decisioni assunte da chi ha guidato le amministrazioni precedenti, di maggiori introiti rispetto agli altri comuni:
- 1.200.000 di euro dai check point dei pullman;
- 600.000 euro dalla concessione dell’uso delle condotte del metano;
- 350.000 euro dagli affitti delle antenne della telefonia mobile.
Ecco perché in Assisi da sempre tutte le amministrazioni hanno rinunciato ad istituire l’addizionale IRPEF, ritornello stonato dell’attuale amministrazione che se ne fa un continuo vanto.
Una diminuzione delle aliquote IMU avrebbe dato un sollievo alle famiglie e una spinta all’economia locale, perché non avrebbe privato gli imprenditori di denari utilizzabili per gli investimenti e per l’occupazione.
Ed intanto l’economia locale soffre: tanti imprenditori sono in difficoltà e non poche famiglie sono fortemente in disagio, i giovani del luogo sono costretti a cercare il posto altrove. E l’amministrazione prosegue nei soliti annunci senza costrutto. Il Comune di Assisi non paga più i fornitori da Aprile, mettendoli in crisi anche perché, a loro volta, gli stessi non possono pagare i loro dipendenti. È vero che c’è da rispettare il patto di stabilità, ma nulla ha fatto l’amministrazione per diminuire questo inconveniente, risolto invece da altri comuni, facendo nascere, ancora una volta, seri dubbi sulla capacità di amministrare.
Fioroni Emidio e Giorgio Bartolini