(Di Davide Ballinari) – Nonostante nei prossimi giorni siano attese precipitazioni e neve, continua l’allarme siccità nella zona del lago Maggiore. Il paesaggio, dal mese di ottobre, ha iniziato a trasformarsi con il netto calo del livello dell’acqua che sta causando seri problemi sia all’ecosistema lacustre, sia all’agricoltura con l’avvicinarsi della primavera. Ecco un quadro generale della situazione su tutta la zona del Verbano.
Il basso livello del lago Maggiore a Germignaga (Foto © Isella Belotti)
In attesa delle perturbazioni il lago Maggiore ancora a secco. Il lago Maggiore (o Verbano) deve il suo nome al fatto che era il lago più esteso d’Italia; ora è al secondo posto (dopo quello di Garda) ed è anche secondo per profondità (dopo quello di Como), ma, in quanto a bellezza, non ha nulla da invidiare ai suoi colleghi del Belpaese e a quelli oltre confine, perché, per il 20% della sua superficie, si estende in Svizzera.
A preoccupare, però, è il livello attuale del lago Maggiore, che, in questi giorni è fermo tra i 15 e i 20 centimetri sotto lo zero idrometrico, mentre dovrebbe essere 150 cm sopra lo stesso punto di riferimento. Stando ai calcoli del “Parco del Ticino”, questo vuol dire che la quantità di acqua che mancherebbe per riportare il livello del lago ad una altezza ottimale, è di 330 miliardi di litri.
Le condizioni degli altri laghi sono simili: il lago di Como è circa 24 centimetri sotto il livello idrometrico e il lago di Garda tocca i 58 centimetri sotto lo stesso punto di riferimento.
Un fattore di grande rilievo, che ha contribuito all’abbassamento del lago Maggiore, è stata la carenza di piogge che, stando ai dati del “Centro Geofisico Alpino”, è durata ininterrottamente dal 28 ottobre 2015 al 2 gennaio 2016, per un totale di 65 giorni di asciutto. Una situazione simile si era verificata solo nel 2003, sempre con 65 giorni senza precipitazioni, anche se, il bollino nero, è del 1997, dove abbiamo passato 89 giorni senza pioggia.
Stando ai dati attuali, anche le precipitazioni di gennaio sono risultate scarse – spiega Coldiretti Lombardia – che, supportata dall’osservatorio agroclimatico del Mipaaf, indica nella prima metà del mese una diminuzione del 66,7% di pioggia rispetto alla media. Questa situazione ha influito sul lago sia direttamente che indirettamente, limitando anche le portate dei suoi affluenti che, già scarichi per la mancanza di neve sulle vette intorno al lago Maggiore, riescono ad apportare poco meno della metà di acqua di quella normalmente erogata. Le montagne sono la vera scorta che permette di affrontare la stagione estiva garantendo un costante afflusso di acqua.
L’anno scorso a salvarci sono stati ghiacciai e nevai, dice il presidente del “Parco del Ticino”, ma per quest’anno la regione Lombardia è pronta ad avviare un tavolo per gestire l’emergenza, anche se la mancanza di acqua sembra avviare uno scenario davvero critico per l’estate.
Sembra lontano l’anno 1993 in cui l’esondazione record del lago, che ha toccato i 197 m di altezza, ha portato luinesi e turisti a camminare sulle passerelle, imitando il paesaggio di Venezia e, per ora, l’unica vera speranza è l’arrivo di una forte perturbazione che porti molta neve sulle Alpi e pioggia, perché al momento si può solo rimanere a guardare l’acqua che scorre.