Non è confortante il
Rapporto nazionale pesticidi nelle acque: dati 2009-2010. Edizione 2013 dell'ISPRA, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.
166 tipi di pesticidi diversi, contro i 118 del 2007-2008, e residui ritrovati nel 55,1% dei campioni di acque superficiali e nel 28,2% di quelli sotterranei, questa l'amara sintesi. Situazione senz'altro preoccupante, quella tratteggiata, specie se si considera che la concentrazione di pesticidi risulta superiore ai limiti consentiti per le acque potabili nel 34,4% delle acque superficiali e nel 12,3% di quelle sotterranee.
A questo deve aggiungersi l'ulteriore rischio rappresentato dalla presenza di
miscele di residui di pesticidi, delle quali non si conoscono gli
effetti combinati:
Per quanto riguarda la presenza di miscele nelle acque le analisi presentano fino a 23 sostanze diverse in solo campione. A causa dell’assenza di dati sperimentali sugli effetti combinati delle miscele e di adeguate metodologie di valutazione, esiste la possibilità che il rischio derivante dall’esposizione ai pesticidi sia attualmente sottostimato e si impone una particolare cautela anche verso i livelli di contaminazione più bassi.
Lo sconsolante e preoccupante quadro è riassunto da queste mappe, che presentano la situazione della contaminazione delle acque superficiali e di quelle sotterranee nei vari punti di campionamento in giro per l'Italia.
Qui di seguito il
comunicato stampa dell'Ispra e il
Rapporto 2013.
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freereporter.info
www.isprambiente.gov.it
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