"Bella e la sua gente", il nuovo libro di Tonino Spena. Un itinerario di storie e di ricordi.
di Pasquale Allegro
Se ci venisse data la possibilità di fare delle nostre storie una vita da sfogliare, una vita intera dedicata ai ricordi e ai momenti più importanti, da selezionare accuratamente fra vari colori e materiali, così, giusto per celebrare ogni occasione di affetto, per ricordare i momenti più felici, per restare sempre innamorati… Ebbene, con molta probabilità avremmo tra le mani quello che per noi sarebbe il libro più romantico del mondo, e non ci resterebbe che la nostra presenza a ricordarci, come prezioso segnalibro, a che punto ritrovare le nostre emozioni. Tuttavia ci sono alcuni eventi legati ad una storia solo apparentemente minore, che evocano come d’incanto una Storia più grande, a volte surreale nell’essere come inghiottita tra le macerie grossolane del popolare.Pertanto, sgattaiolando tra i vicoli della sua memoria, Tonino Spena - questa sorprendente figura di uomo semplice prestata da alcuni anni alla scrittura seriale - lascia riaffiorare ricordi lontani legati al quartiere popolare di Bella, in “un libro di nostalgia, di voglia di ricreare odori e sapori di un tempo”, impaginando nomi e date, fotografie stinte e testimonianze ad alta voce: eco profonda di un sibilo incessante, perché dedicata “a quelli rimasti che conservano intatto lo spirito e la memoria”. Grazie alla ricerca di documenti e immagini che costituiscono la struttura della storia di questo caratteristico rione collinare – da lassù si dettano i confini del centro urbano, eppure si getta lo sguardo sull’infinito del mare -, Tonino Spena con Bella e la sua gente arriva a rendersi conto di quanto sia inutile resistere allo scorcio di passato che ti urla dentro, quasi geneticamente impazzito di vita sempre nuova. Per le vie e le strade non si fa che parlare d’altro: di quanto questo figlio di Bella sia un poeta suburbano che canta di semplici gesti quotidiani. Perché ogni delirio malinconico si riversa spesso nella poesia; in questo caso tra righe e descrizioni di scene di vita, di cerimonie e partitelle a carta fino a tarda sera, feste di paese e bagarre politico-culturali.È un libro fotografico, certo. Che parla e ti racconta, però: di strade che hanno visto fango di fiumi in piena e sole come fiori spalancati a primavera; di uomini che son partiti per le Americhe lontane e di donne così vicine a quel distante amore da segnarne i giorni sul loro cuore solitario e affaticato; di bambini gioiosi e festanti quanto scalzi e affamati, anche di sapere (tanti diventeranno poi riconosciuti professionisti); di proficue giornate passate serenamente tra i campi e i vigneti ridenti, ma di tante altre trascorse dietro un corteo funebre estenuante, quasi a voler rimandare caparbiamente quell’ultimo e inevitabile commiato.E poi ci si ricorda ancora di tutti quegli interminabili e partecipati matrimoni, tutti invitati, parenti e non, simpatici e antipatici, dotti e indigenti; dei baffi da sparviero e delle basette inconciliabili con le zucchette rasate dei piccini infilati nei calzoni ascellari; dei cuori infranti e dei conflitti intinti nel sangue di coltelli lasciati ad arrugginire nell’orgoglio ferito. Vecchie storie, belle o brutte, ma comunque padri e madri che ci hanno generato nel dolore per essere e narrare il qui e ora, mentre “oggi - scrive Spena - i nostri figli vivono senza storia e senza passato, e quindi per loro sarà molto difficile vivere il presente e il futuro”.Un viaggio per immagini, certo. Un percorso in bianco e nero, da attraversare con il suo carico di color seppia appena appena sbiadito, per ribadire con forza l’eterna attualità di un messaggio: “Adesso è necessario un passaggio del testimone per garantire la consegna e la difesa del passato”, perché “gli anziani si avvicinano ormai a concludere la propria vita e sentono fortemente il bisogno e la preoccupazione che la cultura e le tradizioni non vadano perduti nel tempo”. Perché è sempre una questione di tempo quando si ha a che fare con i ricordi, è sempre una questione di sabbia quando si ha a che fare con la clessidra. E tutto lentamente va scivolando verso la dimenticanza, fino a quando pagine di storia non vi si accartocciano in mezzo. da "Il Lametino" di maggio