La pellicola racconta le vicende di due killer Ray e Ken, interpretati da Colin Farrell (magistrale performance) e Brendan Gleeson, che dopo un assassinio non andato come programmato, vengono spediti dal loro capo Harry (Ralph Fiennes) nella tranquilla città di Bruges in attesa di disposizioni. Mentre Ken, per ingannare il tempo dell'attesa, decide di girare per le sue strade di Bruges e ammirare le opere d'arte che musei e chiese racchiudono, Ray senza nemmeno vederla la disprezza e si chiude in una specie di resistenza passiva. La pace del luogo è in contrasto con la coscienza dei tre uomini, che dovranno prendere decisioni molto importanti. Un movie del 2008 con dialoghi brillanti e originali e con la straordinaria visione sullo sfondo della città di Bruges con le sue luci, i suoi luoghi e le sue particolarità. Siamo nello stesso periodo dell'anno nel quale mi trovo e pertanto le locations e l'atmosfera sono veramente seducenti.
L'autobus che dalla stazione ferroviaria mi porta in “centrum” mi lascia proprio davanti al Belfort l'imponente torre emblema di Brugge (in lingua fiamminga). Da lì a piedi raggiungo il mio hotel e tra i vicoli acciottolati. che acquistano il sonoro con lo scalpiccio degli zoccoli dei cavalli sulle carrozze, mi sembra di vivere in un'altra epoca. L'atmosfera da fiaba già unica di per sé prende ancor più effetto con i colori del tramonto e con le luminarie del periodo pre-natalizio.
L'hotel scelto è all'altezza della situazione; la visione delle travi e del pavimento in legno della stanza hanno dato quel tocco magnifico all'inizio della mia permanenza “In Bruges”. La hall e la saletta di fronte hanno due splendidi camini e la sala della prima colazione si affaccia su un giardino all'italiana con pianta secolare, piccola fontana e statue. La struttura è già addobbata per il Natale e il calore dell'evento a venire riempie di gioia il mio cuore. Come prima cosa, nel tragitto verso l'hotel, non mi sono fatto mancare l'attrazione fotografica della città dal punto in assoluto più panoramico il Rozenhoedkaai (Quai du Rosaire), reso ancor più affascinante dalle perfette luci.
E' la fotografia del post.
Ho deciso di visitare Bruges seguendo il percorso dei suoi canali, la chiamano Venezia del nord (*) e la scelta è sicuramente la più piacevole si possa fare. Il consiglio l'ho trovato nella guida della Lonely Planet fedele compagna nei miei viaggi in Belgio.
E' domenica e l'abbondante colazione dell'hotel cerco di smaltirla dirigendomi prestissimo lungo il Dijver verso i giardini che circondano i modesti villini bianchi che sono stati un quieto rifugio per le beghine nel 1200. Siamo nell'incantevole Begijnhof. Le beghine erano donne nubili o vedove che in seguito alla morte degli uomini partiti per le Crociate si univano per sostenersi a vicenda e guadagnandosi da vivere con la produzione di tessuti.
A fianco di questi tranquilli giardini il canale porta al laghetto dell'amore il Minnewater con l'attrazione dei cigni che vivono in questo delizioso spazio e che di questi tempi, con il gelido clima che si sta muovendo in tutta Europa, si divertono nel cercare gli sprazzi di sole per scaldarsi.
Di ritorno mi sono fermato nella vivacissima piazza principale, il Markt (teatro quotidiano dei turisti in coda per salire sulle carrozze) dove mi aspettavano, seguendo l'ispirazione dal film, i 366 gradini dell'imponente campanile il Belfort o Beffroi o Belfry (in Belgio si parlano più lingue).
Stranamente ho fatto meno fatica rispetto alle scalate dei campanili di Copenhagen e Valencia e credo che la dieta dei giorni precedenti abbia avuto un ruolo fondamentale.
Dopo la discesa mi sono diretto al Burg, elegante piazzetta a due minuti dal Markt, dove alle 11.30 mi attendeva la venerazione della reliquia del Sangue di Gesù (una delle poche al mondo). Momento toccante e spirituale al quale ho dedicato le mie preghiere e le mie protezioni quotidiane.
A questo punto, vista l'ora e il tempo ancora baciato dal sole ho ripreso il mio itinerario sui canali incamminandomi questa volta dalla parte opposta di quella del primo mattino.
Facciate di case in bellavista, ponti sui canali da fotografare, statue dedicate a personaggi celebri, viottoli con acciottolati in prossimità del ritorno al Markt. Da lì mi sono diretto al Groeningen Museum per la mostra dei pittori fiamminghi Van Eyek e Durer; peccato che per l'occasione hanno tolto l'intera collezione permanente dove confidavo di vedere il trittico di Bosch sul Giudizio Univerale (l'avevo visto nel film). “Mannaggia” mi sono detto : mi toccherà ritornare a Bruges, magari in dolce compagnia visto il luogo così romantico : ho già un'idea.
Sono quasi le due ed è arrivato il momento di cercare un ristorantino fuori dallo sciame di turisti e con mia fortuna ho trovato il Gruuthuse Hof dove ho provato lo spezzatino fiammingo a base di birra (in Belgio se ne producono oltre 600).
La giornata è volata velocemente e al rientro in hotel ho riprovato dopo anni la bellezza di un buon bagno caldo (a casa ho solo la doccia … bella esteticamente con le piastrelle nelle tonalità blu-mare di Bisazza ma sicuramente meno rilassante).
Bruges diventa meravigliosa dal tramonto in poi (in questo periodo accendono le luci alle 17) con un'illuminazione sublime dei palazzi e dei monumenti principali. Se poi aggiungiamo o la piccola coltre di neve o un accenno di nebbia il tutto risulta così preciso per una location da film …
Bruges in questo periodo ospita il festival mondiale delle sculture di ghiaccio e neve e la mia partecipazione era un atto dovuto. Il capannone di fronte la stazione ferroviaria, con meno sei gradi di temperatura interna, ha racchiuso la collezione che artisti del ghiaccio da tutto il mondo hanno dato vita con le loro opere rappresentando monumenti di tutto il mondo, statue di personaggi celebri e opere d'arte altrettanto illustri. Una mostra davvero particolare alla quale per il freddo bisogna essere perfettamente attrezzati nell'abbigliamento con tanto di guanti cappellini calze termiche e giacche a vento. Quando si arriva in Belgio e Bruges è la più visitata turisticamente di tutta la nazione non si può far a meno di notare gli innumerevoli negozi che vendono cioccolato grazie al cacao proveniente dal Congo ex colonia belga (credo che in nessuna città al mondo ce ne siano così tanti o comunque così tutti condensati in pochi isolati). Lo shopping prosegue con i negozi dei merletti e poi ancora con quelli della birra. Per non parlare dei ristoranti con menù a base di cozze (piatto nazionale) accompagnate dalle strepitose patatine fritte già da me esaltate nel post di Anversa e Bruxelles del 2009.
Altra istituzione culinaria sono le gaufres, cialde a forma di nido d'ape ormai conosciute in tutto il mondo nelle versioni lisce appena zuccherate o riempite di cioccolato caldo, crema o panna.
Vi segnalo un ottimo pranzo da De Koetse un ristorante recensito nella guida della Lonely Planet dove ho assaggiato delle ottime capesante saltate con salsa allo zafferano, le immancabili cozze nella versione “Bruges” (birra e panna) e un gelato alla vaniglia ricoperto di cioccolato caldo di produzione locale.
Ho trovato Bruges veramente incantevole. E' pur vero che anche questa volta sono stato fortunato sia per il clima sia per il periodo pre-natalizio che aiutano gli occhi e il cuore.
PS si arriva a Bruges in treno da Bruxelles. Nel tragitto di andata e di ritorno (un'ora a tratta) ho apprezzato il viaggio in treno; guardare fuori dai finestrini e fantasticare aiutato non poco dal paesaggio che era tutto spolverato di bianco per la neve. (*) di Venezie del Nord ne ho già viste e lette tante, ma nessuna è come Venezia !
Post's song : “Reign of love” performed by Coldplay
Periodo del viaggio : novembre 2010