L'ultima ricerca di Nomisma rivela come l'incertezza economica abbia condizionato il profilo finanziario delle famiglie italiane. Calano il risparmio e gli investimenti immobiliari ovvero i due pilastri che hanno consentito all'Italia di reggere meglio alla crisi rispetto ad altri paesi.
Risparmiare e investire non seguono più gli stessi trend Nomisma analizza le tendenze riguardo a risparmio e investimenti da parte degli italiani e i primi due elementi su cui porre attenzione sono l'incertezza economica e il credit crunch.
Questi due fattori hanno influito significativamente sul profilo finanziario delle famiglie italiane tanto che il risparmio è sceso al 12% ( dietro Francia e Germania) come diretta conseguenza di un mercato del lavoro instabile, di misure di risanamento finanziario.
Il potere d'acquisto degli italiani si va via via erodendo sempre di più rendendo difficile l'accantonamento di denaro come dimostrano i dati di Nomisma: Il 54% degli intervistati ha dichiarato di non essere riuscito a risparmiare nulla negli ultimi 12 mesi (un calo del 3% rispetto ad un anno fa), e tra le cause indicate spicca l'inadeguatezza del reddito a sostenere le spese familiari.
I meno capaci di risparmio risultano essere i 45-54enni (il 60%), gli artigiani/commercianti (74%) e gli operai (62%).Per chi riesce a risparmiare, con un occhio magari all'investimento, il mattone non è più il bene rifugio privilegiato.
Nel 2010 il 13,9% degli italiani investiva nel mercato immobiliare percentuale che quest'anno è scesa all' 8,7%. Il 7% in più degli intervistati dell'indagine, rispetto all'anno scorso, ritiene che non acquisterà casa nel prossimo anno e comunque tre italiani su quattro lo faranno accendendo un mutuo quando l'anno scorso il riferimento statistico era un italiano su due.
L'identikit di chi compra casa Nomisma rende noto anche l'identikit di chi compra casa: per circa il 90% sono famiglie giovani (capofamiglia sotto i 34 anni), con meno di quattro componenti e residenti nel centro e nel sud Italia.
La ragione per cui lo fanno è liberarsi dal peso della casa dove vivono, spesso non di proprietà e le cui spese, soprattutto gli affitti, sono troppo onerose per il tenore di vita della famiglia e non consentono alcun tipo di risparmio. A questa difficoltà si aggiunge l'ulteriore frustrazione del difficile accesso al credito.